La Banca Popolare Vicenza ha chiuso il 2013 con una perdita netta di 28,2 milioni da un utile netto di 100,3 milioni del 2012 penalizzato da forti rettifiche su crediti, raddoppiati a 432,4 milioni di euro. Il bilancio dell’istituto ha visto, nello stesso tempo, un miglioramento degli indicatori della gestione operativa, in utile per 429 milioni di euro (+14,6%) dopo ricavi in progresso del 3,8% a 1,086 miliardi, si legge in una nota.
Il presidente della Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin, ha fatto sapere: “Il 2013 è stato un anno molto complesso per l’economia italiana, credo il più difficile degli ultimi decenni, perché ha rappresentato il sesto anno consecutivo di crisi. Nonostante questo, la banca ha continuato a garantire un sostegno pieno e concreto alle imprese italiane, fedele alla sua natura di vera banca popolare e motore dell’economia reale dei territori in cui opera. Coerenti con la rigorosa politica di bilancio e in vista del cruciale ingresso all’interno del sistema bancario europeo, abbiamo preferito essere molto prudenti nelle valutazioni dei risultati per il 2013 con rilevanti accantonamenti sui crediti deteriorati”.
L’ulteriore richiesta di rafforzamento patrimoniale rivolta sia agli attuali soci, per 700 milioni di euro, sia ai nuovi soci, per 300 milioni “ci consentirà di aumentare il nostro patrimonio, portando il Common Equity Tier 1 ratio a oltre l’11%, per continuare a sostenere l’economia reale e ci permetterà di valutare eventuali operazioni di crescita per aggregazione”, ha precisato Zonin. La rigorosa politica degli accantonamenti effettuata dall’istituto (che è tra le 15 banche italiane sottoposte agli asset quality riview della Bce) ha portato a una crescita del costo del credito a 1,44% dallo 0,71% del 2012 e a un miglioramento dei livelli di copertura dei crediti deteriorati.
Per Samuele Sorato, direttore generale della banca, a fronte di ottimi risultati della gestione “abbiamo preferito applicare una politica estremamente rigorosa di accantonamento su crediti che ha portato a un loro raddoppio rispetto al 2012. Questo ci consente di migliorare la qualità degli attivi e di affrontare con più sicurezza l'attuale fase economica del nostro Paese, che sembra mostrare i primi segnali di ripresa”.
Sotto il profilo patrimoniale il Core Tier1 a fine 2013 è pari al 9,21% dall’8,23% del 2012 e per il 2014. Infine, è migliorata sensibilmente la raccolta diretta retail, in crescita del 7,7% rispetto al 2012. Aumento rilevante anche della raccolta indiretta con un incremento del 15,8% del risparmio gestito e previdenziale. Ridotti anche i costi con gli oneri operativi a -2,3%, migliorando il cost/income al 58,5%.