BCE e FED, la view di Marzotto Investment House

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Alfonso Maglio

A dicembre, come previsto dalla maggior parte degli investitori, la Fed ha aumentato i tassi d’interesse. Sebbene fosse di pensiero comune una riduzione della liquidità sul mercato americano, il fatto che i membri del comitato decisionale lo abbiano deciso all’unanimità ha messo i mercati in allerta. Anche la BCE sta andando verso la stessa direzione.

“Sia la Fed che la BCE sono impegnate nel processo di normalizzazione della politica monetaria, tuttavia se consideriamo le due leve utilizzate fino ad ora, livello di liquidità e tassi ufficiali, i due istituti hanno deciso di agire in maniera differente”, osserva Alfonso Maglio, head of Research Department di Marzotto Investment House

In USA, la Fed ha preferito iniziare con la normalizzazione dei tassi ufficiali che da fine 2015 ad oggi sono passati dallo 0,20% al 2,50%. Questa scelta è dipesa dal migliore stato di salute dell’economia americana, rispetto a quella europea, che si prevede crescerà del 3% in termini reali nel 2018. “In uno scenario del genere con tasso di disoccupazione ai minimi, un’ulteriore stimolo monetario avrebbe rischiato di mandare l’inflazione fuori controllo, cosa che invece non è accaduta in quanto la variazione dell’indice dei prezzi al consumo core è previsto mantenersi all’1,9%, sempre nel 2018”.

Situazione molto diversa in Europa, la cui economia si prevede crescerà nel 2018 dell’1,9%, sempre in termini reali, ma è ben lontana sia dal PIL di piena occupazione che dai livelli desiderati di inflazione (circa il 2%). “Alzare i tassi in questo scenario sarebbe stato un ulteriore freno sia per la crescita che per l’inflazione, per questa ragione la BCE ha iniziato la sua normalizzazione partendo dalla liquidità annunciando la fine del QE”.

Cosa aspettarsi per il 2019? La maturità del ciclo economico americano indurrà probabilmente la Fed a procedere con i rialzi ad un ritmo inferiore, gli interventi potrebbero essere due invece dei tre previsti. “Oggi le probabilità di rialzo dei tassi stimate dal mercato per i nove meeting programmati della Fed nel 2019 non superano mai il 15%, con zero probabilità di rialzo nei primi due mesi dell’anno, lo scorso anno le probabilità di rialzo stimate dal mercato per ciascun meeting superavano l’88%”, spiega Maglio. “Situazione diversa in Europa, dove il rallentamento economico è più pronunciato e la politica monetaria, seppur in via di normalizzazione, rimane di fatto ancora accomodante”.