Il vice direttore generale della Banca analizza le caratteristiche e l’andamento del segmento private in Italia, da cui proviene ormai circa il 65% delle sue masse.
Nel 2019 il private banking italiano ha dimostrato maggiore resilienza e dinamismo rispetto al settore del risparmio tradizionale. La prova risiede nella composizione dei portafogli della clientela private, che presentano un minore livello di liquidità e maggiore propensione alla diversificazione. “I dati AIPB a fine giugno ci dicono che oltre la metà della ricchezza degli italiani è custodita nei conti correnti, mentre la liquidità si ferma al 16% nei portafogli private. I fondi valgono il 16,6% mentre per il segmento più elevato si avvicina al 40%.
Questi numeri fanno comprendere il valore della diversificazione e l’obiettivo di lungo termine per questo tipo di clientela”, commenta Marco Bernardi, vice direttore generale di Banca Generali. Complessivamente, sottolinea l’esperto, il 65% delle masse dell’Istituto è riconducibile a clientela private, e anche nel 2019 su oltre 4,1 miliardi di nuovi flussi in 10 mesi una componente maggioritaria viene proprio da questo tipo di famiglie.
“Nel nostro caso la componente assicurativa gioca un ruolo importante per stabilizzare i portafogli private, così come le gestioni patrimoniali su misura che dallo scorso maggio possono contare di linee apposite ancor più definite con approcci multi team e un controllo del rischio molto attento”, aggiunge. Nel campo ESG Banca Generali può contare su un’innovativa piattaforma che consente di avvicinare le sensibilità di ciascun cliente ai 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Onu. “Le nostre masse ESG da inizio anno continuano a crescere e hanno ormai superato i 2 miliardi”, rivela Bernardi.
Piani di crescita
Dieci anni fa Banca Generali era sedicesima nelle classifiche di Magstat con meno di 12 miliardi di masse mentre oggi è terza, con 40 miliardi provenienti da clientela sopra il mezzo milione. “Cresciamo di 4-5 miliardi di nuovi flussi all’anno, confermandoci la realtà più dinamica non solo nel mondo delle reti, ma soprattutto nell’ambito del private”, afferma il VDG. Le acquisizioni di Nextam e di Valeur in Svizzera hanno allargato il campo d’azione della Banca nell’advisory e nella diversificazione di mercati e piazze geografiche.
“La nostra crescita si basa sul continuo rafforzamento dei servizi per i nostri banker, che mostrano forti dati di sviluppo dalla struttura esistente. La tecnologia è nel nostro DNA, avendo un approccio open banking che fa della Banca una sorta di hub private in grado di catalizzare le migliori esperienze di innovazione. Oltre alla spinta interna e al contributo dalle operazioni straordinarie, nei prossimi mesi torneremo a guardare alle opportunità dal reclutamento dei migliori profili”, conclude.