Brunetti (La Française): “È fondamentale gestire la duration in modo attivo, attento ed efficiente”

Brunetti
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La Française ha chiuso il 2016 con masse gestite pari a 60 miliardi, confermando la costante crescita anche nel primo trimestre del 2017, raggiungendo masse gestite pari a quasi 64 miliardi di euro. “Una crescita importante dovuta in gran parte alla specializzazione della casa: andare alla ricerca di qualità e competenze particolarmente interessanti nello scenario attuale, caratterizzato dalla ricerca di decorrelazione, diversificazione e income”, spiega Luigi Brunetti, country head Italia di La Française. In termini generali, la casa francese è una società multi attività e multi boutique che vanta di un modello di business basato su rapporti di partnership con società specializzate. A tal proposito, la società ha stretto una partnership strategica con Fred Alger Management, società specializzata nell’azionario statunitense da oltre 40 anni con una proposta che va dalle large cap con approccio growth, alle small cap con un’attenta attività di selezione, con JK Capital Management per il mercato asiatico (in particolare per il mercato cinese), e con Mandarine Gestion che ha un forte focus sull’equity europeo ed uno spiccato orientamento alle piccole e medie capitalizzazioni.

Strategia di investimento 

La Française gestisce gli eventi politici ed economici con estremo dinamismo. “Abbiamo le competenze necessarie per affrontare situazioni difficili attraverso uno stile di gestione molto attivo, anche in caso di shock esogeni. Tra le diverse variabili in ambito obbligazionario, per noi è fondamentale la gestione attenta e efficiente della duration, vista non come un fattore passivo ma al contrario come elemento da gestire attivamente”, afferma Brunetti.

A questo proposito, i fondi absolute return obbligazionari della casa francese gestiscono la duration in area negativa, muovendosi all’interno di bande di duration comprese tra -1 e +4 anni oppure tra -3 e +5 anni, andando a fare distinzioni su singole sub-asset class e muovendosi come veri e propri strumenti di investimento multi-strategia. Nei prodotti che investono in obbligazioni subordinate, la duration viene gestita in modo da limitare gli effetti potenzialmente negativi per non condizionare un’asset class che si ritiene possa ancora offrire spazi futuri interessanti nel giusto orizzonte di investimento. Inoltre, anche nei fondi che investono in titoli legati all’inflazione, la società effettua una gestione attiva della duration, consentendo all’investitore che si vuole esporre all’inflazione europea, di essere esposto alla duration solo in parte limitata rispetto a quella che sarebbe nel caso di una gestione passiva di questo fattore.

Impatti di MiFID II

A meno di sei mesi dall’entrata in vigore di MiFID II, per gli operatori non sarà facile prevedere come il loro modello di business o mercato di riferimento sarà impattato sul lungo termine. Per Brunetti, l’obiettivo rimane quello di introdurre nel mercato una maggiore tutela a favore dell’investitore, unitamente a maggiore trasparenza e qualità, al fine di favorire scelte consapevoli da parte dell’investitore, sia istituzionale che retail. “A mio modo di vedere la normativa darà visibilità e spazio crescente a quelle realtà che, pur con dimensioni limitate, sono in grado di offrire qualità e valore aggiunto agli investitori. L’Italia ha già iniziato ad intraprendere questo percorso, aprendo il mercato locale a diverse controparti e a realtà estere. Alcuni sostengono che ci potrebbe essere il rischio di una forte concentrazione ma non credo che sia questo lo spirito della normativa”, spiega l’esperto.

Profilo dell’investitore italiano

Negli ultimi anni i portafogli degli investitori italiani sono cambiati, sono più diversificati ma sono ancora lontani dall’essere ottimali. L’investimento in titoli di stato sta perdendo di importanza anche se gli investitori italiani sono ancora molto prudenti con riferimento alla componente azionaria. Una maggiore esposizione dei portafogli a azioni o titoli obbligazionari a più alto rischio richiede un maggiore sforzo in termini di education e un’evoluzione delle competenze finanziarie di tutti i soggetti coinvolti. “Siamo in una fase in cui si parla molto di educazione finanziaria. In questi anni, l’investitore, spinto dalla ricerca di un rendimento accettabile, ha spostato l’asticella verso forme di investimento diverse rispetto alle più tradizionali e questo ha favorito un innalzamento del livello di competenza finanziaria e uno scambio più articolato con i professionisti del settore, quali operatori bancari e promotori finanziari”, conclude Brunetti.

Fondi La Française con Marchio Funds People

Mandarine Gestion, società partner del Gruppo La Française, gestisce il fondo con rating Consistente Mandarine Unique Small & Mid Caps Europe. Il comparto, appartenente agli azionari Europa Mid Cap, ha realizzato un rendimento di +12,1% nel primo semestre del 2017. Il prodotto mira a realizzare una performance superiore a quella del parametro di riferimento, l'indice Stoxx Small 200, investendo principalmente in azioni di società a capitalizzazione medio-bassa con un forte potenziale di crescita. Il comparto viene gestito in modo discrezionale e non si prefigge l'obiettivo di riprodurre in alcun modo la performance del suddetto indice. 
Il gestore punta a individuare società con modelli di business unici e fortemente diversificati a livello settoriale ed economico in modo da mantenere una bassa volatilità. In particolare, il team di gestione seleziona società facenti parte di nicchie di crescita, caratterizzate da quote di mercato significative e da un elevato pricing power, che le rende meno sensibili alla congiuntura globale. Nell'ambito della gestione della sua liquidità, il fondo può investire fino al 25% del suo patrimonio in titoli di credito e strumenti del mercato monetario e fino al 10% delle attività in quote di OIC. Il fondo investe prevalentemente in Europa occidentale area euro (67,15%), Regno Unito (19,90%) e Europa occidentale area non-euro (12,94%), e concentra gli investimenti nel settore dei beni industriali (27,53%), finanziario (15,58%), materie prime (11,98%), tecnologia (11,84%) e della salute (11,28%).