Caduta dei mercati: segnali di stress dal reddito fisso

DDP, Unsplash
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È difficile distogliere l'attenzione dalla caduta delle borse. Non capita spesso di sperimentare delle correzioni dei mercati superiori al 5% in modo generalizzato e in una sola seduta. Per essere precisi l’ultima volta che si è verificato un fenomeno di tale portata è stato nel 2008, in piena crisi finanziaria. Nella concitazione di questi giorni ci sono degli effetti anche sul reddito fisso che è interessante considerare, perché esemplificano quanto gli investitori sono disposti a pagare per rifugiarsi nel debito. Inoltre alcune nicchie del reddito fisso mostrano che si può perdere del denaro anche in questo comparto, di norma più sicuro.

Il primo aspetto da analizzare, è il ritorno di un sentiment ribassista nel debito pubblico americano: l'intera curva dei titoli del Tesoro statunitensi è inferiore all'1%. Anche sulla durata di 30 anni.

Legg Mason e DWS hanno diffuso alcuni grafici che mostrano quanto sia stata netta la caduta. Bisogna inoltre tenere in considerazione che i dati sono relativi al 3 marzo e che quindi non tengono conto dei movimenti di mercato di questi ultimi giorni.

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"L'incertezza che riflette la curva dei tassi è il drammatico cambiamento dell'economia globale e l'imminenza di una recessione globale, che chiaramente deriva dal coronavirus della Cina", spiega Philippe Waechter, responsabile della ricerca economica di Ostrum AM (Natixis IM).

Il movimento della curva dei rendimenti si spiega con il fatto che il Tesoro americano resta in questo contesto l'asset preferito per fornire un'ancora di salvezza ai portafogli. Un concetto ribadito in questi giorni anche da grandi asset manager come BlackRock. Detto questo, bisogna osservare i livelli che sta raggiungendo. "Siamo consapevoli che i Treasury stanno svolgendo il ruolo che assumo solitamente in tempi di grande incertezza, tuttavia c'è il rischio che il loro effetto di cuscinetto diminuisca", afferma Waechter. Il responsabile degli investimenti globali di Credit Suisse, Michael Strobaek è d'accordo: "I livelli attuali mostrano un'improvvisa ricerca di beni rifugio. Sembrerebbero sostenibili a lungo termine solo se il risultato di tutto ciò fosse deflazionistico, cosa che non crediamo possa accadere”. Si prevede infatti che questo drastico calo dei rendimenti obbligazionari globali invertirà il suo corso, nella misura in cui le politiche economiche e le misure di contenimento daranno i loro frutti.  

Incertezza per il mercato ad alto rendimento USA

Ma esiste anche il lato negativo per l'obbligazionario. Come sottolinea il team fixed income di Franklin Templeton nel suo blog, gli spread delle emissioni ad alto rendimento negli Stati Uniti si sono ampliati notevolmente negli ultimi giorni, fino a raggiungere i livelli dell'inizio del 2016. Inoltre si aspettano che questo allargamento dei differenziali continui, come conseguenza di shock negativi simultanei di domanda e offerta.

Questo è il punto critico evidenziato anche da Esty Dwek, responsabile globale della strategia dei mercati di Natixis IM, e da Paul O'Connor, capo del team multi-asset di Janus Henderson Investors nel Regno Unito. Perché? Perché, come ci ricorda Franklin Templeton, l'energia è il settore più grande del mercato americano ad alto rendimento, con un peso dell'11,5% nell'indice BAML High Yield.