L'asset class del debito emergente riserva ancora un elevato ritorno sul capitale investito e, nello scenario attuale, investire su questo settore è diventato molto meno rischioso di un tempo.
Vale la pena approfondire l’asset class del debito emergente che riserva ancora un elevato ritorno sul capitale investito. Nello scenario attuale, investire su questa determinata classe di attivi, è diventato molto meno rischioso di un tempo. A parlarcene è stata Claudia Calich, gestore del fondo M&G Emerging Markets Bond Fund, che nel 2018 si è aggiudicato dagli analisti di Funds People il rating Consistente.
“Ci sono diversi indicatori che ci fanno capire che i fondamentali sono in netto miglioramento negli ultimi mesi”, commenta il gestore. “Nonostante la recente volatilità che ha in parte ridotto i guadagni messi a segno l’anno scorso, le obbligazioni dei mercati emergenti continuano a offrire opportunità di valore, individuabili attraverso un’analisi approfondita e un’attenta gestione dei rischi”.
Il portafoglio del fondo è altamente diversificato potendo investire su un’ampia gamma di obbligazioni dei mercati emergenti e valute a livello globale. I titoli sono selezionati sulla base di una valutazione di fattori macroeconomici, nonché su un’analisi approfondita degli emittenti delle singole obbligazioni. Il gestore è coadiuvato nella selezione delle singole obbligazioni da un sub-gestore del fondo e da un team interno di analisti.
M&G Investments, La parola al gestore
Negli ultimi mesi è diminuito il rischio default sul debito emergente. Molti indicatori, come il prezzo del petrolio e delle commodities in miglioramento, una bassa pressione inflazionistica e le valute che stanno registrando una volatilità molto contenuta, dipingono a un quadro in miglioramento. Anche l’Africa Subsahariana sta ritornando a livelli di crescita elevati. Turchia e Argentina hanno migliorato le loro partite correnti, anche se la qualità del credito rimane limitata.
Riteniamo che Paesi come l’India possano sopportare la stretta dei treasury americani. Al contrario i Paesi dell’Europa dell’Est, in caso di un aumento dei tassi da parte della BCE, saranno soggetti a un rischio maggiore. Il Libano ha ancora un elevato livello d’indebitamento, anche se i premi al rischio si stanno aggiustando e gli spread sono più contenuti rispetto alle medie storiche.
Da tenere in considerazione sono anche le valute: a mio avviso, al momento si trovano in una condizione di fair price o addirittura sono sottovalutate. Il vantaggio che offre la nostra strategia flessibile è di poter correggere le posizioni in portafoglio durante ogni ciclo di mercato a seconda delle necessità. Negli ultimi sei mesi ho ridotto l’esposizione ai titoli corporate per lasciare spazio ai governativi in valuta locale e ridotto la duration media di portafoglio.
Per quanto riguarda le valute invece, siamo lunghi sul pesos argentino, mentre siamo neutrali sulla lira turca in vista delle prossime elezioni. Siamo sottopesati sulle valute asiatiche, perché in questo momento non vediamo delle grosse opportunità. Investiamo su paesi come l’India, importatori di petrolio per poterci coprire in caso di downgrade dell’oro nero.