L’investment director dell’asset manager Martyn Hole e Matteo Astolfi, managing director, spiegano perché il mondo è cambiato in maniera definitiva e come riconoscere vincitori e vinti. Nell’obbligazionario ancora opportunità “tradizionali” ma è necessario essere selettivi.
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Un cambiamento decennale avvenuto in una manciata di mesi e un ritorno alla normalità che non significherà un rientro nella posizione di partenza. La view di Capital Group sul 2021 nasce dalla consapevolezza della centralità di distinguere quali tra le rivoluzioni innescate da Covid-19 siano destinate a durare, molte, e quali invece a sparire una volta che il virus sarà definitivamente debellato.
“I principali settori dell'economia globale”, afferma Matteo Astolfi, managing director di Capital Group, “si sono mossi in direzioni nettamente diverse, riflettendo la disparità tra le società che hanno beneficiato della pandemia e quelle che ne hanno risentito pesantemente”. “Per alcuni settori dell'economia, tra cui ristoranti, alberghi, vendita al dettaglio, compagnie aeree e piccole imprese, questo periodo è stato il peggiore. Al contrario, il confinamento a casa ha rappresentato una manna per l'e-commerce, il cloud computing, lo streaming video, le società di elaborazione dei pagamenti digitali e i rivenditori di complementi per la casa. Con il procedere della ripresa, gli investitori che apprezzano la ricerca bottom-up sui fondamentali e gli investimenti altamente selettivi dovranno cercare di comprendere chi sono i vincitori e i vinti a lungo termine”, ha aggiunto.
Un quadro per capire
La tesi di fondo espressa da Martyn Hole, investment director della casa di gestione, commentando le previsoni del Fondo monetario internazionale per la crescita nel 2021 è che, a prescindere dai numeri aggregati, la realtà di molti settori economici consiste nell’impossibilità di tornare ad alla situazione precedente il marzo del 2020.
“In Capital Group abbiamo creato una mappa frutto di un lavoro multidisciplinare avvenuto in concomitanza con la prima ondata di Covid-19 che abbiamo poi sintetizzato in uno schema per riuscire a riconoscere la natura dell’economia post pandemia”, spiega Hole.

“L'economia post-pandemia”, commenta Astolfi sul medesimo tema, “avrà un aspetto estremamente diverso da quello del febbraio 2020: sarà più efficiente e più dinamica”. “Il nostro compito è individuare le società in crescita che non solo hanno beneficiato della pandemia, ma che presentano il potenziale per continuare a generare una solida crescita negli anni a venire. Non tutte le esperienze possono essere digitalizzate. La domanda repressa tornerà, ad esempio a dare vigore ai settori dei viaggi e ad altri duramente colpiti dalla pandemia”, completa.
Alcuni esempi
La portata del cambiamento vista dal quadrante della crescita ha il volto del settore healthcare. “L'attenzione del mondo si è concentrata sulla necessità di un vaccino anti Covid-19, ma gli straordinari progressi della tecnologia medicale e i cambiamenti nel comportamento dei consumatori contribuiscono a migliorare il benessere dei pazienti, a diminuire i costi medici e a generare opportunità per le società. Si pensi al recente picco nella domanda di visite mediche online”, afferma Hole. Altro comparto, questa volta portato all’attenzione da Astolfi, è quello delle energie rinnovabili. “I tradizionali servizi di pubblica utilità si affidano sempre meno all'energia a base di carbonio a vantaggio dell'eolico e del solare. La transizione verso l'elettrificazione della rete e l'energia green è alle prime fasi, e alcuni fattori potrebbero dare slancio alla crescita per molti anni a venire. Alcune realtà stanno raggiungendo un punto di inflessione, tanto che iniziano a essere percepite più come società in crescita che come produttori di energia e operatori di rete con modelli statici stile old economy”, fa notare il managing director di Capital Group, citando come esempi Enel in Italia, E.ON in Germania e Ørsted in Danimarca, a dimostrazione inoltre della primaria importanza dell’Europa in questo ambito.
Punti fermi
Capire il cambiamento in atto e prepararsi alle sua conseguenze in relazione al modo di investire non significa lasciarsi tutto alle spalle. Alcuni punti fermi, se vogliamo anche psicologicamente rassicuranti, rimangono intatti. “Le solide allocazioni obbligazionarie core continuano a rappresentare una strategia intelligente.Il calo azionario del 2020, il più rapido mai registrato nella storia, ha evidenziato quanto sia importante continuare a detenere obbligazioni di alta qualità come protezione contro la volatilità dei mercati. I fondi obbligazionari core di alta qualità hanno contribuito a contenere le perdite nei portafogli bilanciati durante il mercato azionario ribassista del 2020. A fronte di un'elevata volatilità, tali obbligazioni hanno svolto il loro ruolo, ovvero preservare il capitale e diversificare le azioni”, conferma Martyn Hole.

Molto importante però essere selettivi dopo i grandi afflussi nelle obbligazioni corporate USA e dopo che perfino i mercati emergenti hanno iniziato a seguire le orme dell'allentamento della politica fiscale e di quella monetaria con il rischio di raggiungere livelli di indebitamento insostenibili. “Un fondo obbligazionario core di alta qualità è fondamentale per ottenere stabilità e fortificare il portafoglio per qualsiasi sviluppo il futuro abbia in serbo”. Nel vortice del cambiamento, un punto fermo.