Una ripresa globale ci sarà ma l’andamento sarà diverso nei diversi Paesi. A rivelarlo è Carmignac in occasione del suo outlook per il secondo semestre del 2021. Secondo Raphaël Gallardo, capo economista della società francese, la ragione di questo andamento è da rintracciare in fattori esogeni all’economia ma riconducibili alla pandemia da Covid-19, come ad esempio il ritmo della campagna vaccinale in corso. Una delle grandi differenze destinata ad acuirsi con il passare dei mesi è quella tra le economie sviluppate rispetto a quelle emergenti. Secondo l’esperto infatti "la ripresa da qui al 2022 rimarrà incompleta per i mercati emergenti ad eccezione della Cina".
La pandemia ha poi avuto un effetto a medio termine che è possibile tutt’ora rilevare ovvero quello della relazione tra domanda e offerta. Secondo Gallardo la riallocazione della domanda e l’impulso fiscale messo in atto dovranno confrontarsi con una potenziale offerta ridotta a causa dei numerosi shock negativi subiti nei mesi di restrizioni e confinamento. C’è poi un altro elemento sul quale gli operati del mercato hanno ricominciato a focalizzare la propria attenzione ed è quello relativo all’inflazione. Negli Stati Uniti almeno il superamento dei livelli attuali di inflazione nel corso di quest’anno dovrebbe rivelarsi più persistente a causa del rapido irrigidimento dei mercati del lavoro e degli affitti delle case.
STRATEGIA DI INVESTIMENTO
L’attuale contesto e molte delle evidenze citate sino ad ora favorirebbero il mercato azionario su quello obbligazionario e la differenza che abbiamo precedentemente citato tra il ritmo diverso nella ripresa economica delle economie globali incoraggerebbe un approccio che mira alla diversificazione. Kevin Thozet, member of the Investment Committee di Carmignac ritiene che: "La crescita secolare rimane un fattore core nel portafoglio e quello attuale permane un contesto che dà slancio economico ai settori ciclici anche se non è ancora abbastanza per quelli value".
FIXED INCOME
L’esperto ricorda inoltre di mantenere un approccio cauto quando si tratta di fixed income in particolar modo per le obbligazioni sovrane. "Rimaniamo molto selettivi per i prodotti a spread nel credito e nei mercati emergenti e al momento abbiamo una bassa esposizione al dollaro a causa del differenziale di crescita meno favorevole per gli Stati Uniti e dei venti contrari strutturali". L’essenziale secondo Thozet rimane gestire in maniera attiva l'esposizione così da costruire delle opportunità nei mercati del credito e i principali temi da seguire secondo la sua analisi sono quelli del turismo, dei mercati emergenti e ancora delle commodities.