Carmignac Sécurité, i principali driver di performance del 2017

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La normalizzazione delle politiche monetarie, il ritorno del rischio politico con le elezioni in Italia, l’eventuale rallentamento della crescita economica, l’aumento dell’inflazione superiore alle attese e il rialzo dei tassi più rapidi del previsto rappresentano le principali fonti di rischio del mercato obbligaizionario. In termini generali, diversi segmenti del reddito fisso presentano valutazioni elevate e risultano poco interessanti sotto il profilo rischio/rendimento. È di questo avviso Keith Ney, gestore del fondo con doppio rating AB Funds People 2018 (Preferito dagli Analisti-Blockbuster) Carmignac Sécurité. “Abbiamo una view piuttosto positiva sul ciclo di crescita economica, sull’inflazione e sul processo di normalizzazione delle politiche monetarie. Inoltre, siamo molto positivi anche sul ciclo della liquidità”.

Dando uno sguardo ai flussi di raccolta registrati dal fondo negli ultimi anni, il 2016 è stato particolarmente positivo, con gli asset che sono quasi raddoppiati. I flussi hanno continuato a crescere anche negli ultimi 12 mesi, soprattutto grazie ad un solido track record del fondo, alla capacità di sovraperformare il benchmark in periodi di rialzo dei tassi e di affrontare le fasi difficili di mercato grazie ad un approccio flessibile.

Asset allocation

Entrando più nel dettaglio, si tratta di un fondo obbligazionario europeo con bassa duration che mira a sovraperformare il proprio indice di riferimento, l'Euro MTS 1-3 anni, che replica la performance del mercato dei titoli di Stato denominati in euro, con reinvestimento delle cedole e scadenza da 1 a 3 anni. Il comparto investe prevalentemente in obbligazioni europee e strumenti del mercato monetario prevalentemente denominati in euro, nonché in obbligazioni a tasso variabile. Gli investimenti si concentrano prevalentemente su strumenti obbligazionari investment grade, con rating medio A-. Tuttavia, la quota del portafoglio investita in titoli obbligazionari di emittenti privati e sovrani con rating inferiore a investment grade non può superare il 10% del patrimonio netto per ciascuna categoria di emittenti.

Il fondo presenta un’esposizione abbastanza contenuta all’high yield corporate, nel complesso meno del 5% del patrimonio. “Il mercato high yield è abbastanza caro e ha beneficiato solo indirettamente degli stimoli monetari”, precisa Ney. Inoltre, il team di gestione ha ridotto l’esposizione al credito corporate investment grade, in particolare sui non finanziari in quanto presentano un livello di indebitamento abbastanza elevato e una qualità dei bilanci che negli ultimi anni si è deteriorata. Il fondo può investire fino al 20% del patrimonio in depositi collocati presso uno stesso istituto di credito, ma anche in quote o azioni di OICR francesi e/o di altri Paesi, armonizzati e/o non armonizzati, entro il limite del 10% del patrimonio netto.

L’universo di investimento del fondo è molto ampio, “abbiamo accesso all’intero mercato dei bond governativi europei e investiamo con un approccio molto flessibile sul credito corporate. Tre anni fa abbiamo aumentato la flessibilità del nostro mandato, che ci ha permesso di investire fino al 10% in prodotti strutturati”, dice il fund manager. Secondo Ney, il processo di normalizzazione delle politiche monetarie porterà ad un rialzo dei tassi di interesse. Da luglio 2016 il comparto ha iniziato ad assumere posizioni corte nette sui titoli governativi in modo da preparare il portafoglio ad uno scenario di aumento dei tassi. Il comparto può investire fino al 20% delle attività in titoli in divisa diversa dall’euro, a cui attualmente è destinato solo l’1,5% del patrimonio. Al momento solo il 2% del patrimonio è investito in obbligazioni contingent convertible (autorizzate entro il limite dell'8% del patrimonio netto). Per quanto riguarda la componente financials, il team di gestione ha puntato principalmente su BBVA, Intesa Sanpaolo e Caixa.

L’analisi fondamentale ricopre un ruolo importante nel processo di investimento. La decisione di acquisire, mantenere o cedere i titoli di debito si basa su un'analisi interna fondata su criteri creditizi, di redditività, di liquidità o di scadenza.
 Per quanto riguarda la componente obbligazionaria corporate, il team di gestione cerca di individuare opportunità dove il potenziale deleveraging non è prezzato dal mercato, svolgendo un’analisi dei bilanci e dei cash flow al fine di avere una view dettaglia del settore

La duration del comparto viene gestita in modo attivo ed è compresa tra -3 e +4 anni. In un contesto caratterizzato da tassi e spread notevolmente bassi, lo scorso anno il team di gestione ha ridotto la spread duration del fondo. Infatti, la maggior parte del rischio di credito corporate è compreso tra 0 e 3 anni.

Gestione del rischio e utilizzo di strumenti derivati

Gli strumenti derivati vengono utilizzati per finalità di copertura, arbitraggio e/o esposizione del portafoglio ai rischi di credito, tasso e valutario, anche se entro un limite del 100% del patrimonio. Il team di investimento utilizza derivati sui di tassi interesse, come i futures sul Bund decennale tedesco, sul Bobl a 5 anni e sullo Schatz a 2 anni, “che sono considerati veicoli importanti per esprimere la nostra view a breve termine”, precisa Ney. Per quanto riguarda i titoli in divisa diversa dall’euro, il fondo utilizza forward per coprire il rischio valutario. Lato corporate, i principali veicoli per la parte long e short sono gli indici CDS. In termini generali, le valute non rappresentano un driver di performance per il comparto.