Catturare lo sviluppo dell’universo emergente

Foto: Giorgio Fata
Foto: Giorgio Fata

Oltre trenta Paesi caratterizzati da innumerevoli differenze in termini di stadi di sviluppo, politiche monetarie, valute e settori preminenti. Un’asset class estremamente diversificata in cui all’alto potenziale di crescita fa da contraltare la necessità di un’importante opera di selezione per individuare le migliori opportunità di esposizione. “Considerando la grandezza dell’universo di investimento”, spiega John Malloy, portfolio manager Emerging Markets Strategies di RWC Partners, “è sempre possibile trovare opportunità”. “In termini di settori”, rivela, “è possibile rintracciare alcune tendenze globali che portano a sottolineare la preminenza dei servizi finanziari, dell’healthcare, della dinamica dei consumi e della tecnologia, tenuto sempre conto delle differenti dinamiche che interessano i singoli Paesi”.

Una rivoluzione digitale potenziata

“Lo sviluppo del settore tecnologico”, afferma Filippo Valvona, fund selector della divisione Fund Research and Manager Selection di Amundi SGR, “è certamente una delle aree di maggiore interesse per quanto riguarda i mercati emergenti, in particolare nel contesto asiatico in cui possiamo notare un alto grado di adozione delle più avanzate e innovative tecnologie digitali”. “Se pensiamo che il grado di penetrazione delle applicazioni Fintech risulta estremamente maggiore in Cina rispetto agli Stati Uniti”, aggiunge, “possiamo comprendere la portata di questo fenomeno”. “Ciò che è già visibile nell’ambito delle applicazione della tecnologia”, specifica inoltre Eoin Donegan, portfolio manager, equity multi-manager strategy di Mediolanum International Funds, “è che in molti Stati inclusi nell’asset class alcuni stadi di crescita sono resi più rapidi o addirittura superati poiché resi superflui dalla rivoluzione digitale”. “L’adozione del 5G e i suoi impatti sulla modalità e i volumi dei consumi della crescente classe media dei mercati emergenti è certamente un tema centrale ed è necessario in tal senso individuare quei gestori attivi in grado di muoversi nel complesso panorama delle società che proveranno a sfruttare questa opportunità, diventando le Tencent e Alibaba del futuro”. Una delle opportunità maggiormente sottostimate dai mercati in questo momento è, secondo John Malloy, proprio la diffusione della tecnologia 5G e le estese conseguenze che interesseranno tutti i settori economici. “Parliamo”, fa notare, “di un giro d’affari che globalmente si attesterà tra i 200 e i 300 miliardi di dollari”.

Alla ricerca dei campioni di domani

“Preferiamo decisamente la gestione attiva; attribuiamo un peso rilevante alla lunghezza del track record del gestore e consideriamo un plus la presenza locale”, rivela Carlo Mogni, senior fund manager di Investitori SGR, società del gruppo Allianz, relativamente alla modalità di individuazione delle migliori realtà su cui investire nei mercati emergenti. “Valutiamo con favore”, aggiunge, “anche l’adozione di criteri ESG, in particolare in ambito azionario, che favoriscono l’individuazione delle società di migliore qualità e livello di governance, tema centrale per quanto riguarda la selezione di titoli nel mondo emergente”. “Oggi”, fa notare Antonio Peruggini, portfolio manager di Fideuram Investimenti SGR relativamente alla necessità di una presenza locale di team di investimento dislocati nei Paesi emergenti, “grazie allo sviluppo nella generazione e trasmissione di dati non è strettamente necessario essere presenti negli Stati in cui si investe”. “Si tratta di due differenti approcci che hanno insieme fattori positivi e negativi poiché una maggiore distanza significa anche poter avere un quadro complessivo più nitido e meno dipendente da dinamiche locali non sempre rilevanti in materia di investimento”.