Charles Zerah (Carmignac): "Più prudenza sui mercati obbligazionari"

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Le attuali condizioni macroecomiche costringono i gestori ad avere un approccio unconstrained nella costruzione del portafoglio obbligazionario, cioè che sia in grado di generare performance in qualsiasi momento e di mantenerle a lungo termine. Charles Zerah, gestore obbligazionario di Carmignac ha individuato alcune importanti tematiche che al momento impattano maggiormente sui mercati obbligazionari.

Normalizzazione delle politiche monetarie in USA

Da ottobre 2017, la Fed ha preparato il mercato ad una restrizione della liquidità con la riduzione del suo bilancio. Tale processo di ridimensionamento è necessario che venga portato al termine per avere maggiore margine di manovra in futuro. A partire dal prossimo mese, infatti, la Banca centrale americana procederà ad una riduzione di 50 miliardi al mese, rispetto i 30 miliardi attuali. “Ciò avrà diverse ripercussioni sui mercati obbligazionari, dai Paesi periferici agli emergenti e ai titoli del Tesoro statunitensi”, spiega Zerah. “Crediamo che la normalizzazione monetaria, già avviata, possa proseguire. Il taglio delle imposte, messo in atto dall’amministrazione Trump, ha aumentato il disavanzo fiscale e sostenuto la crescita, quindi tali politiche giustificano l’incremento dei tassi dei prossimi mesi. Tuttavia, il mercato del lavoro statunitense continua la sua contrazione; presto dovrebbe verificarsi un’accelerazione dei salari creando maggiori pressioni inflazionistiche e favorendo l’inasprimento della politica monetaria”, ha aggiunto.

Mercati emergenti

“L’aumento dei tassi negli Stati Uniti ha penalizzato soprattutto i mercati emergenti, che hanno registrato un deprezzamento delle valute in media del 13% (anche se con notevoli divergenze). Inoltre, il debito locale ha rilevato un incremento dei rendimenti di 48pb, contro i 129pb del debito estero degli emergenti. Ciò è stato causato principalmente dalla normalizzazione delle politiche monetarie, che hanno determinato meno liquidità e perciò meno afflussi di capitale. In questo modo diviene più difficile finanziare il deficit pubblico e il disavanzo delle partite correnti dei Paesi emergenti. In secondo luogo, le tensioni tra USA e Cina hanno impattato sul mercato obbligazionario degli emergenti, perché il calo del commercio globale si traduce in un deterioramento dei loro fondamentali economici a medio-lungo termine”, commenta il gestore. “Di conseguenza, abbiamo deciso di ridurre il nostro posizionamento su questa asset class a causa dell’inversione di tendenza di giugno. Infine, non siamo più esposti alle valute emergenti”, conclude.

Europa: occhi puntati sull’Italia

Il rischio politico italiano spaventa i mercati obbligazionari. Zerah sostiene che "si sia focalizzata troppa attenzione sul disavanzo pubblico, ma ciò, a nostro parere, non è corretto. Il problema è legato soprattutto al grado di fiducia degli investitori nei confronti di questo nuovo governo perché denota ancora troppa confusione. L'instabile situazione politica potrebbe presto spingere l’Italia verso una recessione. L’indice PMI ha infatti raggiunto un valore vicino alla soglia d’allarme. Ci sono pertanto ancora troppi dubbi sulla sostenibilità del debito del Paese, motivo per cui il debito italiano si è indebolito. Crediamo che il mercato del debito italiano risulti essere troppo volatile, quindi diviene necessario assumenre una gestione tattica”, dichiara.

Selettivi sul credito

Zerah rimane cauto sul credito, ritiene infatti che “i fondamentali non sono mutati, ma ciò che preoccupa maggiormente è l’aumento del volume del debito corporate negli Stati Uniti, soprattutto investment grade, rispetto all’high yield che è rimasto stabile. Dunque, un eventuale rallentamento dell’economia potrà avere ripercussioni sugli spread creditizi. In Europa, invece, siamo più selettivi a livello di investment grade, dato che il mercato è stato sostenuto finora dagli acquisti della BCE. In quest’ambito adottiamo una strategia special situation, dove prevale un approccio bottom-up”, conclude.