Come adattare un portafoglio a una svolta dell'economia: il caso del J.P.Morgan AM Global Macro Opportunities Fund

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Swedg, Flickr, Creative Commons

In appena un anno si è passati dalla totale euforia sulle prospettive economiche dopo l'annuncio del vaccino COVID-19 da parte di Pfizer a un certo pessimismo che né questo vaccino né gli altri disponibili saranno in grado di fronteggiare le mutazioni del virus, per ultima Omicron. Dopo tutto, se è stato l'annuncio del vaccino a stimolare la ripresa economica, si teme che la nuova variante porti con sé nuove restrizioni in grado di minacciare quella stessa ripresa.

Come possono gli investitori adattare i loro portafogli a questi cambiamenti macro? Virginia Martin Heriz, head of Macro Strategies di J.P.Morgan AM, ha spiegato in un evento per gli investitori come la società analizzi la situazione macro e come questa venga poi applicata ai loro portafogli così da generare rendimenti a breve, medio e lungo termine.

L’analisi inizia dividendo idealmente il mondo in cinque regioni diverse per identificare dove si trovi ciascuna rispetto al ciclo economico: espansione, rallentamento, contrazione. "Analizziamo componenti come l'inflazione, la crescita, il sentiment e la liquidità. Può darsi che siano nella stessa fase, ma a seconda di ciascuna componente si comportano in modo diverso", commenta Martín. E questo può spiegare, per esempio, perché attualmente hanno una visione più positiva del mercato statunitense rispetto a quello cinese.

Questo esercizio viene effettuato per tutte le strategie macro della società, che sono implementate attraverso tre fondi: J.P.Morgan Global Macro, J.P.Morgan Global Macro Sustainable e J.P.Morgan Global Macro Opportunities, che nel 2021 ha ottenuto il Marchio FundsPeople con rating Blockbuster (B). E l'obiettivo di tutti questi strumenti è lo stesso: partecipare ai rialzi del mercato e, soprattutto, limitare le cadute quando il mercato si dimostra più ribassista.

Attività rischiose, ma con rendimenti inferiori

Dal punto di vista macro, Martin sostiene che ci troviamo di fronte a uno scenario di rallentamento economico ma non di contrazione, il che ci incoraggia a continuare a investire in asset rischiosi, pur supponendo che i rendimenti non saranno più così alti come quelli visti negli ultimi mesi.

"Abbiamo un'esposizione netta del 20% alle azioni, perché nei cali i rendimenti sono di certo positivi, ma non così alti. Ecco perché abbiamo meno esposizione", dice. Inoltre, sono più sovrappesati in settori più difensivi come le utilities, il farmaceutico e l'healthcare, che combinano però con altri settori più ciclici come la tecnologia e i finanziari, soprattutto negli Stati Uniti”.

Infatti, come spiega Martín, "abbiamo una preferenza per il mercato statunitense perché il consumatore è forte così come la domanda e la crescita".  È vero invece il contrario per il reddito fisso, dove sono lunghi sul debito australiano rispetto al reddito fisso statunitense. Mentre per le valute la società si dice fiduciosa nella performance del dollaro, "a causa della sua versatilità: si comporta bene quando gli Stati Uniti sono forti ma anche quando c'è uno spostamento verso la qualità" prosegue.

L'importanza degli asset alternativi in questo scenario

Per il momento, la strategia sta funzionando bene, con rendimenti del 4,8% per l'anno e del 10% negli ultimi mesi, con una volatilità di appena il 4%. Svolge quindi la funzione di diversificazione del portafoglio che ogni fondo alternativo degno di questo nome dovrebbe avere.