I rischi geopolitici metteranno alla prova la stabilità del sistema finanziario. Gli esperti intervenuti alla tavola rotonda di FundsPeople spiegano come proteggere i portafogli degli investitori.
Per accedere a questo contenuto
I rischi geopolitici metteranno alla prova la stabilità del sistema finanziario. Gli esperti intervenuti alla tavola rotonda di FundsPeople spiegano come proteggere i portafogli degli investitori.
Per accedere a questo contenuto
I rischi geopolitici sono saliti alla ribalta negli ultimi anni, e rappresenteranno il principale fattore contro cui restare in guardia anche nel corso del prossimo triennio. È una delle conclusioni esternate dalla BCE nel suo recente Report sulle priorità di vigilanza 2025-2027, che mira a valutare rischi e vulnerabilità per le banche e gli altri protagonisti del settore finanziario. Sharon Donnery, membro del Consiglio di vigilanza della BCE, e Mario Quagliarello, direttore della strategia di supervisione, hanno commentato così lo scenario attuale: “Il rischio geopolitico è divenuto una sfida fondamentale per l’economia globale. In un’era caratterizzata da un protezionismo in ascesa, da un’incertezza acuita e dall’erosione della cooperazione multilaterale, i sistemi finanziari affrontano difficoltà crescenti nell’individuare gli shock potenziali che potrebbero scatenare una crisi”. Da questi rischi non sono certo immuni le strategie di gestione degli investimenti, che al contrario devono attrezzarsi per far fronte a un’incertezza crescente. Ma è possibile proteggere i portafogli da un insieme di fattori così ampio e imprevedibile, tale da rimodellare l’assetto delle principali economie globali, e dei rapporti tra le stesse? A questa domanda hanno risposto gli esperti riuniti in occasione della tavola rotonda organizzata da FundsPeople, in una terza fase del dibattito incentrata sui rischi geopolitici e le strategie per affrontarli.
I commenti si riferiscono al contesto del 4 marzo 2025.
I rischi geopolitici influenzano i quattro pilastri macroeconomici che devono essere considerati in ogni decisione di investimento: crescita, inflazione e, in modo più indiretto, anche politiche monetarie e fiscali. Per questo devono essere monitorati molto attentamente. “Il rischio geopolitico è sempre stato per noi un punto chiave. Manteniamo un controllo del rischio molto rigoroso, implementando strategie di investimento per limitare i cali eccessivi delle performance dovuti a eventi imprevisti”, dichiara Roberto Veronico, senior relationship manager Institutional clients, DNCA Finance. Per riuscirci, bisogna tornare ai fondamentali, investendo con pazienza e perseveranza. In termini pratici, questo significa assicurarsi di non essere eccessivamente direzionali, indipendentemente dalle condizioni di mercato (rialzista o ribassista). “Prendiamo ad esempio la nostra allocazione valutaria, che include valute risk on come quelle emergenti, e valute risk off come il franco svizzero o lo yen giapponese, con un paniere ben diversificato e un carry positivo per mitigare le performance negative”, spiega Veronico. Un ragionamento che viene replicato e applicato, con le dovute differenze, a tutte le strategie di investimento della società.
1/4Per gli investitori, l’analisi dei rischi geopolitici è imprescindibile. Ma non tutti gli eventi sono “market changer”: è importante distinguere quali sviluppi siano in grado di muovere i prezzi di mercato. “Questa distinzione non è banale”, commenta Antonio Cannizzaro, portfolio selection manager, Eurizon. “Ad esempio, molti degli sviluppi in Medio Oriente non hanno influenzato l’andamento dei mercati finanziari. Al contrario, i listini europei hanno subito reagito quando Trump ha annunciato i primi tagli agli aiuti all’Ucraina”. Dal punto di vista del fund selector, le gestioni attive sono avvantaggiate rispetto a quelle passive, Ma anche in questo caso bisogna effettuare una selezione. “Ci sono dei segnali anticipatori che permettono di leggere gli eventi e preparare i portafogli di conseguenza”, aggiunge Cannizzaro. Come individuare le strategie effettivamente attrezzate per anticipare gli shock geopolitici? “L’unico modo è parlare con il gestore, capire se abbia in mano degli elementi originali per comprendere cosa stia per succedere”, spiega l’esperto. Ancora una volta, l’esempio dell’Ucraina è calzante: “I gestori che avevano team in Russia, o comunque una conoscenza approfondita delle realtà locali, avevano anche il polso della situazione”, osserva infine Cannizzaro.
2/4Per i fund selector e i gestori di fondi di fondi, i rischi geopolitici rappresentano solo uno degli elementi da considerare all’interno di un’analisi macroeconomica più ampia. Alessandro Ciaccio, fund selector, Sella SGR, spiegando come sia possibile difendersi, almeno in parte, da fattori spesso imprevedibili: “Nella selezione di una specifica strategia, il nostro strumento principale consiste nell’analisi approfondita del team di gestione e del suo track record. Valutiamo come il team abbia operato nelle varie fasi di mercato caratterizzate da rischi analoghi a quelli attuali”. Da questa analisi comparativa, risaltano le strategie che mantengono performance solide o stabili anche nelle fasi di shock geopolitici, favorendo naturalmente gli approcci attivi. “Le soluzioni passive o indicizzate non offrono alcuna protezione dai rischi geopolitici, che tuttavia incidono in modo differenziato sulle varie emissioni”, afferma ancora Ciaccio. Le strategie a gestione attiva, e soprattutto quelle flessibili, svolgono un ruolo chiave nella generazione di alpha per i portafogli obbligazionari. “Negli anni scorsi avevamo ridotto fortemente il peso delle strategie flessibili nei nostri portafogli. Negli ultimi mesi, invece, siamo tornati a incrementarlo”, conclude il responsabile.
3/4Il rischio geopolitico? Può essere interpretato, e in alcuni casi anticipato, da una buona analisi macroeconomica. Secondo Andrea Florio, investment & insurance products, Zurich Bank, “quando guardiamo ai rischi geopolitici, interpretandoli come fattori che possono determinare volatilità sui mercati, la selezione delle strategie non può prescindere da una valutazione in merito alla loro capacità di effettuare una valida analisi macroeconomica”. Pertanto, aggiunge Florio, è importante andare a verificare il track record delle strategie e come il team di gestione si è comportato nelle diverse fasi dei mercati, e soprattutto nei periodi di volatilità. La diversificazione geografica è la chiave per proteggere i rendimenti dei portafogli obbligazionari, insieme all’analisi dei comparti. “Ecco allora che in questi casi può essere molto utile analizzare il breakdown geografico e settoriale delle strategie per capire quali potrebbero essere gli eventuali impatti”. In ogni caso, secondo Florio, nei periodi in cui i rischi geopolitici sono più acuti “è molto meglio puntare su strategie orientate alla selezione del credito di qualità, per contenere quanto più possibile gli impatti derivanti dalla volatilità”.
4/4