La nuova sfida dell'asset management si chiama 'social investing'

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Daria Shevtsova, Unsplash

Se da una parte non si può certo negare che nella finanza ci sia competizione (solo tra i fondi, che avendo un track record registrato ogni giorno, offrono con trasparenza i risultati dei loro gestori anche se nella maggior parte dei casi, comunque evitano la competizione mascherandosi dietro al benchmark), lo stesso non si può dire sul lato dei professionisti. Quanti sono gli asset manager e i wealth nanager, per non parlare dei financial advisor, disponibili a mettersi in competizione e mostrare con trasparenza i propri risultati? A porsi la domanda è Daniele Bernardi, CEO di Diaman SCF, acceso sostenitore del fatto che "come movimento del risparmio gestito deve essere promossa la competizione, la trasparenza dei risultati, affinché ci sia lo stimolo costante da parte degli attori che devono dare un rendimento al cliente a dare il meglio di se stessi, ad osare quando serve e ragionare di più sulle scelte da compiere, o da non compiere, affinché la spinta sia costante verso il miglioramento e verso un vero valore aggiunto al cliente".

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