La Commissione di controllo ha pubblicato il secondo rapporto in materia di investimenti sostenibili e criptoattività. In questo articolo l’analisi della prima sezione, con focus su indici ESG, greenium e sustainable bond.
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La crescita degli investimenti sostenibili in Europa e in Italia ancora al centro dell’analisi di Consob. Nel secondo rapporto sulle principali tendenze in materia di investimenti sostenibili e criptoattività, il dipartimento di ricerca della Commissione di controllo analizza i due fenomeni “anche con riguarda a profili che possono rilevare per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali”.
Indici ESG allineamento (ma solo sulla performance)
L’analisi dedicata agli investimenti sostenibili si sofferma sull’ormai “elevato grado di allineamento” nella performance degli indici azionari ESG globali (Stoxx Global ESG leaders e MSCI world ESG). Allineamento che, tuttavia, non mantiene una stabilità nel tempo e si riduce, nel caso in cui si prenda come parametro la volatilità in luogo del rendimento.
Consob indica che tale tendenza è presente anche negli indici azionari dell’area euro. A questo si somma un “elevato grado di sovrapposizione tra la lista di società costituenti gli indici azionari ESG rispetto agli indici convenzionali (52% fra Stoxx Euro ESG Leaders e Euro Stoxx 50, 82% fra Mib ESG e Ftse Mib)”.
Consob ha anche analizzato l’andamento dell’indicatore greenium (il premio al rischio legato alla sostenibilità di un’impresa e misurato sui rendimenti delle società quotate), e ha rilevato una crescente volatilità soprattutto in periodi di stress sui mercati finanziari e un trend crescente a partire da maggio 2020 fino all’ultima rilevazione disponibile
La gestione del rischio ESG
Il 2020 è stato un banco di prova importante per le società cosiddette green. E queste ultime hanno mostrato una capacità crescente nella gestione dei rischi connessi alla sostenibilità. Per arrivare a questa conclusione, Consob ha analizzato l’andamento dell’indicatore greenium (il premio al rischio legato alla sostenibilità di un’impresa e misurato sui rendimenti delle società quotate), e ha rilevato una crescente volatilità soprattutto in periodi di stress sui mercati finanziari e un trend crescente a partire da maggio 2020 fino all’ultima rilevazione disponibile. Lo stesso Sustainalytics ESG risk score, registra un andamento decrescente da dicembre 2019 a dicembre 2022, senza subire ulteriori variazioni nel 2023, “ossia confermando un tendenziale aumento della capacità delle imprese nel gestire i sustainability-related risks”, scrive Consob.
A livello settoriale, poi, l’esposizione ai fattori di rischio del comparto finanziario appare in media più elevata rispetto al settore corporate.
Rating, rischio e correlazioni
Un altro punto di indagine inerente alle quotate italiane è la verifica della correlazione tra ESG risk score e ESG Refinitiv rating con alcune delle principali caratteristiche delle imprese, come performance, liquidità, price on earnings, price to book value, capitalizzazione, ROA e volatilità. Ebbene, emerge come con l’utilizzo di tecniche di cluster analysis, per distinguere le società sulla base dell’ESG rating, il gruppo di imprese con score di sostenibilità più elevato si differenzia dall'altro gruppo solo per la dimensione e la liquidità. In particolare, il cluster di società con ESG rating più alto è rappresentato dalle imprese con maggiore liquidità e capitalizzazione mentre non si registrano differenze significative tra i due gruppi in termini di performance, volatilità e valutazioni di mercato.
Focus sull’obbligazionario
Consob ha poi focalizzato l’attenzione sulle obbligazioni ESG italiane analizzandole alla luce dei principi stabiliti dalla International Capital Market Association (ICMA). Emerge un primo disallineamento tra obbligazioni definite ESG e lista dei “Green e Social bonds” di Borsa Italiana: circa il 12% dei nomi non è presente infatti nella lista “ponendo in evidenza l’esistenza di alcuni disallineamenti nelle classificazioni del profilo di sostenibilità dei titoli”.
Nel dettaglio dei bond sostenibili italiani, poi, circa il 53% sono green bond, appartenenti al settore sovranazionale (54%) con un time to maturity compreso fra i 7 e i 10 anni (43%). Inoltre, il 54% dei titoli ESG quotati su Borsa Italiana presenta un lotto minimo minore uguale a 1.000 euro, quindi accessibile agli investitori retail, mentre il 69% è negoziato sul segmento di mercato Mot.
Fondi sostenibili in Italia
Infine, gli analisti della Commissione hanno studiato la classificazione dei fondi aperti sostenibili disponibili per la vendita in adottando i criteri per l’identificazione dei fondi ESG di Morningstar.
La maggiore parte dei fondi presenta un Morningstar sustainability rating superiore alla media (59%), si classifica art. 8 del Regolamento SFDR (74%) e ricade nella categoria fondi azionari (51%); solo l’8% è domiciliato in Italia, mentre per il 60% sono passati meno di 6 anni dalla data di istituzione (inception date).
Inoltre, focalizzando l’attenzione esclusivamente sulla componente azionaria del portafoglio, si rileva che in media il 70% del net asset value è investito in large cap prevalentemente di Paesi avanzati.