Conti (Eurizon): "Si fa strada l'ipotesi di un rallentamento 'dolce' per l'economia"

Andrea Conti, responsabile Macro Research Team, Eurizon
Andrea Conti. Foto ceduta (Eurizon)

Quello che ci lasciamo alle spalle è un mese “relativamente tranquillo per i mercati finanziari” mentre inizia a mostrarsi il rallentamento dell’attività economica, pur con tassi di crescita positivi sia negli USA sia in Eurozona. Anche l’inflazione inizia a mostrare un lieve calo, pur mantenendosi ancora superiore al livello obiettivo delle banche centrali. Da qui, Andrea Conti, responsabile macro research di Eurizon, nella consueta view mensile, indica come si confermi il giudizio di sovrappeso sui titoli governativi di USA e Germania, e si mantenga un atteggiamento neutrale sulle azioni e sulle obbligazioni a spread che potrebbero mostrarsi ancora volatili in attesa di valutare l’entità del rallentamento macro.

I dati macro

Nel dettaglio dello scenario macro, non si sono concretizzate le aspettative per una crescita negativa nei primi mesi del 2023, che avrebbe dovuto registrarsi per effetto combinato dello shock di inflazione e del rialzo dei tassi avvenuti lo scorso anno. In realtà, afferma Conti, “gli indicatori di fiducia delle imprese industriali sono in contrazione più o meno in tutte le aree”, tuttavia, il rallentamento del settore industriale “è più che compensato in questo momento dalla tenuta del settore dei servizi”. L’indicatore di fiducia, in questo caso, è ancora in territorio di espansione ovunque, “addirittura in accelerazioni in Cina, chiaramente riflesso delle riaperture post-covid”. Mentre sul fronte inflazione, si rileva un “cambio di passo” negli Stati Uniti (con un calo più lento per l’inflazione core), e in Europa si attende ancora il picco, ritardato di alcuni mesi rispetto a quello USA. “Quindi agli occhi delle banche centrali si può dire che l'economia sta rallentando ma il tasso di crescita è ancora positivo – continua l’esperto –, l'inflazione sta scendendo ma i livelli in generale rimangono elevati”. Di conseguenza le banche centrali iniziano a vedere gli effetti della politica di rialzo dei tassi, “ma il lavoro non è ancora completato”. Per cui difficilmente anticiperanno la svolta accomodante. “La Fed è vista alzare i tassi di altri 25 punti base, arrivando al 5-5,25%, per poi mettersi in attesa fino all’autunno. Per la BCE sono previsti 75 punti base di rialzo entro luglio, con un tasso obiettivo sui depositi al 3,75%”.

Rispetto a metà marzo, quando si registrarono tensioni sul settore bancario, i mercati si sono riportati più vicini a scontare l’ipotesi di rallentamento dolce per l’economia, piuttosto che una brusca frenata. L’entità del rallentamento macro rimane, comunque, il principale tema di attenzione per gli investitori.

Come si posiziona Eurizon

A oggi, i tassi di interesse, tanto negli Stati Uniti quanto in Eurozona, in particolare quelli “sulle scadenze breve e medie sono molto interessanti”, e in termini di lettura dei mercati e di ottica di investimento, afferma l’esperto “rimaniamo dell'idea che il mercato obbligazionario sia quello meglio posizionato per intercettare gli scenari alternativi”. Si conferma dunque il giudizio positivo sui titoli governativi degli USA e della Germania e neutrale sui titoli periferici dell’Eurozona.

“Anche all'interno del mercato obbligazionari più di rischio ci sono attività che consideriamo interessanti”, continua Conti, indicando in particolare il corporate investment grade, in quando “presenta livelli di tasso positivi con spread elevati, e mostra una certa resistenza anche a fronte di uno scenario di rallentamento un po' più pronunciato dell'economia”. A livello valutativo anche gli high yield “potrebbero essere considerati interessanti nell'ottica di medio termine”.

Considerazioni simili sul mercato azionario, per cui si mantiene un giudizio neutrale e, a livello geografico, si equiparano i giudizi relativi tra le aree USA, Europa, Mercati Emergenti, Giappone e Pacifico ex Giappone. Infine Eurizon adotta un giudizio di sottopeso sul dollaro, mentre conferma il sovrappeso di yen e i giudizi neutrali sulle restanti valute.