Si rafforza la spinta dell’Unione europea all’investimento negli attivi e nell’economia reale dei Paesi membri. Un piano i cui contorni sono ancora in fase di definizione ma che prende impulso da una serie di azioni poste in campo da Bruxelles negli ultimi mesi. Se il rapporto Draghi e il Rapporto Letta hanno definito il perimetro d’azione, è con il Competitiveness Compass annunciato il 29 gennaio di quest’anno che la Commissione europea ha individuato una serie di obiettivi volti a colmare il divario tra crescita e competitività. “Il Competitiveness Compass trasforma le eccellenti raccomandazioni del Rapporto Draghi in una tabella di marcia. Ora abbiamo un piano”, ha affermato in quell’occasione Ursula von der Leyen, presidente della Commissione UE. La posta in gioco è alta. Nel report presentato lo scorso settembre, Mario Draghi ha definito le grandezze in campo: il fabbisogno finanziario necessario all’UE per raggiungere i suoi obiettivi è di almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui (secondo le ultime stime della Commissione), pari al 4,4-4,7% del PIL dell’UE nel 2023 (per fare un confronto, gli investimenti del Piano Marshall nel periodo 1948-51 equivalevano all’1-2% del PIL dell’UE). La quota di investimenti dell’UE dovrebbe passare dall’attuale 22% circa del PIL al 27%, invertendo un declino pluridecennale nella maggior parte delle grandi economie dell’Unione.
Conto alla rovescia per i nuovi prodotti di investimento europei

William Warby, Unsplash
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