La stagione degli utili è iniziata. Secondo Factset, il consensus prevede una crescita degli utili per il secondo trimestre dell'ordine del 10,3%, che per l'energia si attesta al 46,9%, mentre per il settore dei beni di consumo discrezionali le aspettative di crescita degli utili aziendali sono dell'1,3%. Su base annua quattro settori dovrebbero registrare una crescita negativa degli utili: i finanziari, i beni di consumo discrezionali, i beni di prima necessità e i servizi di comunicazione, mentre un numero minore di società dovrebbe beneficiare di una crescita positiva degli utili.
Molti investitori temono che le aspettative del consenso siano troppo elevate e non riflettano i timori di recessione che sono recentemente aumentati. Finora le aziende statunitensi hanno dimostrato una sorprendente capacità di far fronte all'aumento dei costi e hanno mantenuto margini relativamente stabili. Ma i margini potrebbero risentire del rialzo dei prezzi delle materie prime e dell'impatto negativo del deterioramento della spesa delle famiglie e della fiducia dei consumatori.
Il fatto è che i profitti da marzo sono stati rivisti al ribasso solo dell'1,2% per il secondo trimestre. Ci sono state revisioni negative nei settori dei beni di consumo discrezionali e delle telecomunicazioni, ma gli analisti non si sono ancora mossi sulla maggior parte dei settori e la probabilità di sorprese negative è alta. In tutti i settori le aziende tendono a ridurre la guidance sugli utili rispetto alla media quinquennale. Anche le società dei settori difensivi come le telecomunicazioni e le utilities, che non hanno fornito indicazioni negative negli ultimi cinque anni, hanno interrotto questa tendenza. Le prime a comunicare i risultati saranno le banche statunitensi. "Prestate particolare attenzione alla forza dei prestiti, un'indicazione della resistenza dei consumatori rispetto alle prossime indagini sul sentiment", consiglia César Pérez, Global Chief Investment Officer di Pictet Wealth Management.
I primi segnali a cui prestare attenzione
Per quanto riguarda le società di consumo, soprattutto quelle discrezionali, l'esperto ritiene che la principale incertezza sia il margine di tolleranza dei consumatori agli aumenti di prezzo. "Le scorte delle aziende saranno cruciali. Quelle che hanno accumulato scorte eccessive in risposta alle strozzature dell'offerta potrebbero trovarsi di fronte a scorte in eccesso e doverle liquidare con uno sconto, il che potrebbe contribuire a controllare l'inflazione", afferma.
Gli utili societari e le stime previsionali sono stati un pilastro fondamentale per tutto il ciclo. E ora sono sempre di più coloro che prevedono una debolezza dei risultati trimestrali, soprattutto in caso di crollo dell'attività economica. "Le aspettative di declassamenti e inadempienze sono state contenute, ma potrebbero aumentare in modo sostanziale se la flessione dovesse arrivare bruscamente", avverte Craig Burelle, analista macro senior di Loomis Sayles, gestore di Natixis Investment Managers.
Previsioni degli utili nel 2023
Wolf von Rotberg, stratega azionario di J. Safra Sarasin Sustainable AM, le previsioni per il prossimo anno implicano una riduzione degli utili statunitensi di circa il 5% rispetto ai livelli attuali entro la fine di quest'anno. "Dato che il consensus ipotizza ancora un aumento degli utili (EPS a 12 mesi) di circa il 4% entro la fine dell'anno, la nostra ipotesi per il 2023 sarebbe di circa il 9% inferiore al consensus", afferma.
Sottolinea che i rischi rimangono al ribasso. "Considerando le recessioni passate, una contrazione degli utili del 20% o più non sarebbe sorprendente. Inoltre, dato che gli utili sono aumentati del 68% negli ultimi due anni (prima che la pandemia influisse sulle prospettive degli utili), il calo potrebbe essere ancora maggiore. Sebbene il potenziale di calo degli utili sia in aumento, una parziale inversione del rialzo dei tassi dovrebbe contribuire a limitare il calo delle valutazioni nei prossimi mesi", afferma.
