Credit Suisse punta a crescere in Italia nel private banking e non esclude di farlo per linee esterne. Così l’indicazione di Federico Imbert, CEO di Credit Suisse in Italia. Nel Paese il gruppo svizzero ha posizioni di leadership tra le banche estere nei settori in cui è presente, ha fatto sapere il banchiere. In particolare nel private banking “l’obiettivo è continuare a fare il nostro mestiere con coerenza, guardando anche alla possibilità di crescita non organica", ha spiegato a margine di un evento a Milano tenutosi al Museo Poldi Pezzoli di cui la banca è sostenitrice. Si guarda ora all’espansione nel private banking di alta gamma dove però, al momento “non mi sembra ci siano cose interessanti”, ha precisato Imbert. Nei piani della banca svizzera nel nostro Paese c’è il reclutamento di 40 private banker di alto profilo nel biennio 2015-2016. Tutti reclutati dal mercato e non fatti crescere per linee interne.
Quanto al settore retail, il gruppo conferma il suo disinteresse. “Il Credit Suisse non intende puntare a questo segmento di clientela al di fuori della Svizzera”, ha aggiunto Imbert. In Italia la banca guarda allo scenario di aggregazione tra le banche popolari aperto dalla nuovo normativa come a un’opportunità di business in qualità di “advisor e finanziatore”. È plausibile infatti che il Credit Suisse abbia in futuro in qualche operazione anche se per ora non c’è nulla sul tavolo. Quanto all’interesse di player stranieri a entrare nel risiko Imbert ha fatto sapere che “è una delle possibilità. Auspichiamo che il consolidamento sia domestico perché sarebbe importante per creare un terzo e quarto gruppo bancario italiano, anche con azionariato diffuso, con le spalle larghe”.