Da oggi i fondi saranno negoziabili in Borsa

Borsa
Flickr, Creative Commons, Air Force One

Dal primo dicembre i fondi si potranno vendere e acquistare in Borsa. Si tratta di una vera e propria quotazione, come già avviene per i titoli delle singole società, per gli ETF e i certificati. “Non si tratta di una quotazione continua e con prezzi influenzati dalla domanda e dall’offerta”, ha spiegato Francesco Previtera, responsabile della ricerca in Banca Akros. “Come accade oggi il valore delle quote sarà uno solo al giorno e corrisponderà al NAV (net asset value) comunicato da banche depositarie e società. E saranno sempre le società a farsi carico di acquisti e rimborsi, tramite operatori specializzati. Le negoziazioni termineranno alle 11 tutte le mattine. Questo implica che le operazioni del giorno dovranno essere chiuse in tempo per la pubblicazione sulla stampa del giorno successivo. Il prezzo sarà uno senza spread bid/offer e senza commissioni per il distributore. Il carico commissionale sarà intermedio tra il livello riservato agli istituzionali e quello applicato al pubblico retail.

Molti esteri che non hanno una presenza locale di distribuzione stanno arrivando sul mercato italiano”, ha precisato. Con questa piattaforma nasce un nuovo canale distributivo, accessibile a tutti tramite gli intermediari finanziari, che spezza il legame tra fondi e rete distributive classiche. Infatti, i primi nella lista di quelli che vogliono sbarcare in Borsa sono tutte SGR piccole e indipendenti che non hanno promotori o sportelli. Qualche esempio? Tra i promotori dell’iniziativa ci sono AcomeA e Nextam Partners, Augustum Opus SIM. Saranno quotate classi ad hoc fatte apposta con commissioni scontate rispetti agli stessi prodotti venduti in altro modo, anche se la quotazione in Piazza Affari e la compravendita da parte del sottoscrittore costituiscono comunque un onere da considerare. Il costo comunque sarà più basso rispetto a quello di un fondo venduto tramite canali tradizionali, ovvero attraverso il passaggio obbligato da una rete. Che è il modello distributivo dominante nel nostro mercato.

“Sono favorevole a qualunque azione che favorisca il settore”, ha aggiunto Massimo Scolari (nella foto), segretario generale di Ascosim. L’associazione sta organizzando, per il 28 gennaio 2015, un convegno sul tema a Palazzo Mezzanotte a Milano. “È una novità importante, c’è molta attenzione sulla materia. Dal nostro punto di vista siamo molto favorevoli perché rappresenta un aumento delle opportunità di investimento della clientela. I fondi potranno infatti essere acquistati tramite qualunque intermediario collegato alla Borsa di Milano. Le reti non dovrebbero preoccuparsi dato che i fondi quotati non si andranno a sostituire ai prodotti che trattano adesso perché il ruolo del consulente sarà sempre più forte e quest’ultimo avrà uno strumento in più per fare consulenza e non solo più quelli della propria banca”. E sui guadagni, spiega: “se il professionista guadagna mediamente una commissione di consulenza anziché di collocamento, l’introito continuerà a esserci anche perché non penso che gli strumenti che andranno a quotarsi avranno commissioni stracciate. Ci sarà una riduzione della commissione ma non sarà così significativa: sarà intermedia tra la commissione retail e quella offerta ai clienti istituzionali. In più ci sarà un maggiore sviluppo di clientela.

C’è tutto un popolo di risparmiatori evoluti, abituato a comprare strumenti finanziari, che ora ha una chance in più. Non penso sarà una rivoluzione. La partenza sarà progressiva e tranquilla. L’importante è che i prodotti che arrivano sul mercato siano di qualità. Inoltre ci sarà l’opportunità di ospitare buoni gestori che non hanno accesso alle reti tradizionali. Senza considerare che i fondi saranno acquistati anche dagli investitori istituzionali, come gli ETF. I promotori e le banche continueranno a svolgere il loro ruolo di collocamento e avranno la possibilità di avere servizi di consulenza più aperti e meno legati ai conflitti di interesse, che poi è quello che ci chiede la Mifid 2. Anche in Francia stanno lanciando un mercato del genere sull’Eurex, in Germania c’è un’attività di listing di fondi sul gruppo Vestima (Clearstream) dal 2011 e in Olanda questo mercato è già attivo”.