A oltre un anno dall’entrata in vigore delle modifiche apportate alla normativa MiFID II, e grazie ai questionari di sostenibilità, è possibile tracciare il quadro delle preferenze degli investitori in fatto di ESG. Dall’agosto 2022, infatti, consulenti e intermediari finanziari hanno l’obbligo di riportare le preferenze di sostenibilità dei clienti espresse durante la valutazione di adeguatezza. Il tema quindi, ormai trasversale per tutti gli investimenti e per ogni tipologia di clientela, entra di diritto nell’informativa a tutela dei risparmiatori. FundsPeople ha messo a confronto un asset manager e un intermediario per capire come si sviluppa a livello operativo questo lavoro e cosa emerge dalle risposte degli investitori.
Dai questionari MiFID emerge una crescente consapevolezza degli investitori per i temi ESG
La raccolta delle preferenze di sostenibilità fa parte del nuovo modello per la valutazione di adeguatezza ai fini MiFID adottato dal gruppo Cassa centrale. “In questo nuovo modello si considerano anche le informazioni relative alle preferenze di sostenibilità della clientela che vengono raccolte tramite un’apposita sezione del questionario MiFID”, spiega Marco Galliani, responsabile Servizio Wealth Management Direzione Finanza di Cassa Centrale Banca. Viene chiesto al cliente se è interessato o meno al tema della sostenibilità e ai prodotti finanziari a esso collegati e in caso di risposta positiva si dà la possibilità al cliente di indicare in dettaglio gli aspetti che ritiene più importanti in tale ambito. Da maggio ad oggi CCB ha raccolto 150mila questionari. Prosegue Galliani: “Il 61% degli intervistati ha espresso un interesse nei confronti dei temi legati alla sostenibilità. Il 56% dei clienti ha detto che vorrebbe avere almeno una quota minima di investimenti sostenibili nel proprio portafoglio e circa il 40% ha espresso una o più preferenze su alcuni temi specifici associati ai PAI, quale per esempio quello delle emissioni dei gas serra, dei rifiuti pericolosi o più in generale dell’impatto di tipo sociale”.
1/2“I risultati della survey realizzata dal Gruppo Cassa Centrale sono per noi di grande valore non avendo un rapporto diretto con i clienti finali dei nostri distributori”, commenta Silvia Mauri, Senior sales manager & Head of Insurance Business Development di Bnp Paribas Asset Management. Lato produttore, seguendo le regole comuni stabilite per l’industria del risparmio gestito, anche l’asset manager, come tutti, ha iniziato a utilizzare un dizionario comune, la tassonomia. “Nell'ambito della nostra attività istituzionale ci concentriamo sul risultato finale in termini di target market del prodotto e abbiamo sottoposto i questionari di sustainability assessment ai nostri clienti istituzionali per comprendere meglio le loro esigenze adattando, se necessario, la politica d’investimento delle gestioni di ”. C'è una maggiore consapevolezza da parte dei clienti istituzionali riguardo ai temi della sostenibilità. “I temi prevalenti sono quelli legati al clima, alla produzione al consumo responsabile e alla salute”, prosegue Mauri. Ancora, cresce l’interesse per i temi sociali come quello della riduzione delle disuguaglianze. “Il nostro lavoro è cercare di interpretare tutte queste tendenze non solo per garantire una corretta informazione ma anche per ideare delle strategie di investimento che rispondano a queste necessità”.
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