Damiani (Efpa Italia): “La consulenza ha bisogno di nuove leve”

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Debora Damiani, coordinatrice Comitato Scientifico, Efpa Italia

In uno scenario di mercato come quello attuale anche l’investitore più esperto potrebbe perdere il nord. La bussola più efficace a cui affidarsi è senza dubbio la figura del proprio consulente, a sua volta impegnato ad affrontare molteplici sfide, dalla questione del ricambio generazionale alla necessità di avere una preparazione sempre più completa in ambiti anche esterni al mero processo di investimento (fiscale, normativo o immobiliare). A ciò si aggiunge una competizione sempre più serrata, favorita sia dall’entrata in vigore di MiFID II sia dall’avanzamento della tecnologia.

“A mio parere questi due elementi non sono da vedere assolutamente come una minaccia, bensì come una spinta alla professione”, sostiene Debora Damiani, nominata recentemente coordinatrice del Comitato Scientifico di Efpa Italia. “La digitalizzazione è di supporto al lavoro del consulente, così come lo è Direttiva comunitaria. Ben venga una maggiore attenzione verso la trasparenza e la chiarezza, due fattori che pongono il consulente finanziario ancora più al centro dell’attività e favoriscono il rapporto di fiducia che sta alla base della relazione con il cliente.  

Competenze e certificazioni
Per Damiani un consulente finanziario al giorno d’oggi deve possedere una conoscenza che spazi a 360° su tutti gli aspetti che possono riguardare la vita del cliente. “Ovviamente non si potrà essere esperti in tutto, ma è importante avere una buona base di una vasta gamma di materie”, commenta l’esperta. “Personalmente ritengo che il programma formativo della certificazione EFP rappresenti l’esempio più completo di cosa si richiede a un professionista. Oltre alla conoscenza dei mercati, delle soluzioni di investimento e le competenze su gestione del portafoglio, infatti, si aggiungono pianificazione successoria, consulenza nell’ambito delle imprese, aspetti internazionali di tassazione e diritto e soprattutto un’importante focalizzazione sulle soft skills”, spiega Damiani.

Il programma formativo di Efpa Italia offre la possibilità di conseguire tre diverse tipologie di certificazione, accomunate da standard relativi alle prove d’esame che vengono fissati e concordati a livello nazionale ed europeo in base alle indicazioni del SQC (Standard and Qualifications Committee). “Il primo livello, o livello base, è l’EIP (European Financial Practitioner), introdotto nel 2016 agli albori di MiFID II, per incontrare le necessità dei professionisti che si occupano di offrire un vero e proprio servizio di consulenza di base”.

A salire troviamo poi l’EFA (European Financial Advisor), “il livello più popolare tra i professionisti certificati Efpa e indirizzato a coloro che offrono un servizio di consulenza finanziaria, e l’EFP (European Financial Planner), la qualifica più completa indirizzata ai professionisti che vantano un servizio di consulenza patrimoniale”, riassume Damiani. Recentemente è stato anche avviato un percorso di certificazione integrativo, pensato appositamente per i consulenti certificati EIP che intendono investire ulteriormente nella loro formazione e conseguire il livello di qualifica superiore, l’EFA.

“Il Comitato Scientifico di Efpa Italia può essere considerato, in un certo senso, il garante della qualità dei corsi, sia di preparazione agli esami per il conseguimento della certificazione che di mantenimento della stessa, una volta conseguita”, spiega la coordinatrice del Comitato. “Stiamo molto attenti, inoltre, a intercettare le novità e gli sviluppi dell’industria, assicurandoci che le differenti qualifiche rispondano sempre alle esigenze dei professionisti”. Nel suo ruolo Damiani avrà il compito di coordinare i lavori di un consesso che annovera persone qualificate e di spessore, ognuna con una sua area di competenza definita.

Giovani, abbiamo bisogno di voi
Damiani ricorda che “siamo in un settore che cresce nelle masse, ma non nei professionisti che vi lavorano”. È importante, dunque, che i giovani si avvicinino al mondo della consulenza grazie anche alle iniziative di formazione e alle collaborazioni con le università per avviare percorsi di studio appositi. “Il consiglio che darei a un giovane è quello di non lasciarsi spaventare dalla responsabilità di dover accompagnare il proprio cliente nelle scelte di gestione del proprio patrimonio.

Come in ogni professione, con l’impegno e la dedizione si possono raggiungere ottimi risultati. L’importante è avere un’ottima preparazione e concentrarsi sul cliente perché non sempre l’esperienza rende un consulente migliore di un altro. E poi è un lavoro che dà moltissime soddisfazioni: si ha modo di entrare nella vita delle persone, di educare e di aiutare a realizzare dei sogni, concretamente”, conclude.