Debito emergente, DPAM punta sulla resilienza strutturale dell’asset class e su un carry dell’8 per cento

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Michael Vander Elst. foto concessa (DPAM)

Il debito emergente sta vivendo un momento di forte attrattiva grazie alla sua resilienza strutturale e a un carry vicino all’8%, che offre un cuscinetto significativo contro eventuali rialzi dei tassi. Lo sostiene Michaël Vander Elst, gestore del DPAM L Bonds Emerging Markets Sustainable, fondo con il Rating FundsPeople+. A suo avviso, i Paesi emergenti combinano fondamentali più solidi, minore volatilità e rendimenti reali storicamente elevati, rafforzandone il ruolo nei portafogli globali. “Esiste un carry importante e una resilienza strutturale che gli investitori non stanno ancora valutando appieno”, riassume.

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