Del Borrello (Muzinich & Co): "Il fixed income è tornato. Gli investitori non dovrebbero più ignorarlo"

Domenico Del Borrello News
Domenico Del Borrello, immagine concessa (Muzinich & Co.)

Il 2022 sembra aver determinato un punto di svolta per i mercati finanziari per la fine dell’epoca di bassi tassi d’interesse, durata una decina d’anni. Lo scenario appare estremante complesso per un mix di fattori avversi quali l’aspro rialzo dei tassi di interesse, le preoccupazioni per una recessione, l’inflazione elevata e i prezzi dell'energia in aumento. “Alla fine di ottobre è stato registrato un calo del 18% nei mercati delle obbligazioni corporate globali, un movimento senza precedenti negli ultimi vent’anni”, analizza Domenico Del Borrello, Country Head in Italia di Muzinich & Co. “Due terzi dell'andamento negativo è riconducibile all'aumento dei tassi di interesse e solo un terzo dell'allargamento degli spread”, dice. E in vista del 2023 la stretta delle condizioni finanziare non sembra destinate ad allentarsi. “I mercati prevedono che la Federal Reserve statunitense spingerà i tassi di riferimento ad almeno il 4% entro la fine del Q1 2023, mentre i tassi di riferimento della Banca Centrale Europea dovrebbero raggiungere il 2% entro la metà del 2023. Entrambi gli istituti dovrebbero mantenere i tassi di interesse elevati per diverso tempo”, dice. Ma ci sono anche degli indicatori da guardare con maggior fiducia in vista dei prossimi mesi: in primis il fatto che i prezzi dell’obbligazionario riflettano già gran parte di questa negatività. “I partecipanti al mercato e le banche centrali sembrano allineati per quanto riguarda il futuro andamento dei tassi di interesse”, continua. “Lo spread del mercato del credito sui titoli di Stato più sicuri è aumentato sostanzialmente; nell’investment grade, lo spread medio è salito da 96bps - 181bps, mentre nell’high yield lo spread medio è cresciuto da 400bps - 622bps”, osserva. “Questo aumento degli spread sul credito riflette logicamente il deterioramento del clima economico, la compressione dei margini societari e la riduzione della liquidità globale”, spiega. “Tuttavia, gli spread del mercato del credito globale sono ormai quasi 70bps sopra la loro media di 5 anni. Nel corso degli ultimi due decenni, il raggiungimento di questo livello ha indicato che i mercati si aspettavano una recessione imminente”, dice. “Di conseguenza, riteniamo che gli spread attuali stiano incorporando un premio di ‘lieve’ recessione”, conclude.

Il reddito fisso torna alla ribalta

I bilanci delle imprese sono stati messi a dura prova dalla crisi del Covid, ma si sono dimostrati resilienti. In base alla view del gestore specializzato sul comparto obbligazionario corporate, con tutta probabilità i tassi di default aumenteranno dai livelli storicamente bassi del 2022, ciononostante è improbabile che eguaglieranno i cicli di recessione precedenti. “I crediti di minore qualità (high yield) hanno contenuto il loro livello di leva finanziaria durante il Covid e da allora hanno mantenuto un elevato livello di liquidità nei loro bilanci. Ciò comporta che le aziende non hanno la necessità impellente di rifinanziare il debito nel 2023 in condizioni sfavorevoli”, dice l’esperto. “Il mercato è eccessivamente pessimista sugli spread di credito europei, i quali stanno incorporando un default cumulato del 44% nei prossimi cinque anni, un livello che riteniamo eccessivo”, dichiara.

Muzinich & Co ritiene che la combinazione di rendimenti più elevati e spread più ampi abbia ampiamente migliorato le valutazioni e modificato radicalmente le prospettive di performance dei mercati del credito. In prospettiva, i rendimenti medi sull’investment grade europeo sono aumentati dallo 0,5% al 4,15% fino ad oggi, mentre sull’high yield, i rendimenti sono cresciuti da sotto il 3% all'8,25%. E i mercati del credito degli Stati Uniti hanno registrato lo stesso movimento. “Per anni i risparmiatori hanno avuto a che fare con rendimenti complessivi molto bassi, invece ora l’esposizione a strategie obbligazionarie globali investment grade con limitata sensibilità dei tassi di interesse è in grado di offrire un rendimento lordo in Euro superiore al 5%”, analizza Del Borrello. “Le nuove valutazioni sui mercati obbligazionari consentono ai rendimenti di agire da scudo contro la volatilità futura dei mercati finanziari”, continua l’esperto. “Con un probabile scenario di recessione, la crescita degli utili è incerta e potrebbe essere negativa per alcuni trimestri. Il rendimento dai dividendi sullo S&P 500, mercato azionario di riferimento statunitense, è appena dell'1,7% al terzo trimestre 2022, molto al di sotto del rendimento dell’investment grade statunitense del 5,74%”, spiega. “Il fixed income è tornato e gli investitori disposti a proteggere il loro portafoglio da un'eccessiva volatilità dei mercati finanziari non dovrebbero più ignorare le opportunità nei mercati del credito globali”, afferma. “A nostro parere, le valutazioni attuali offrono un flusso di entrate importante e prevedibile per gli investitori a medio termine ed è ora di goderne”, dice.

La centralità del mercato italiano

Sui 50 miliardi di masse in gestione di Muzinich a livello globale, dieci fanno riferimento all’Italia, che quindi per il gestore rappresenta il primo mercato. Nel nostro paese la società opera in due principali aree di business: la distribuzione a cui corrispondono circa il 40% delle masse in gestione e l’area istituzionale/wholesale da cui dipendono circa il 60% delle masse. “Grazie alla divisione per aree di business, ad un’ampia diversificazione tra clienti e per prodotti, malgrado il difficile andamento dei mercati finanziari siamo riusciti a mantenere lo stesso livello di masse della fine del 2021”, dice Del Borrello. “Ciò è stato possibile grazie a soluzioni di investimento create ad hoc per singoli clienti come prodotti a breve duration, fondi investment grade, fondi che investono nel mercato dei prestiti sindacati europei a tasso variabile e fondi target date”, spiega il Country Head. “Offrire la migliore esperienza di investimento nel mercato corporate credit è la principale missione della società che rappresento in Italia, motivo per cui Muzinich viene considerata una boutique di investimento in tale mercato”, conclude.