Di Crocco (Invesco): "I veri rischi per gli investitori derivano da comportamenti errati nella pianificazione finanziaria"

Frank Di Crocco, immagine concessa (Invesco)

Per il rallentamento della crescita globale, le possibili soprese al rialzo dell’inflazione e le numerose tensioni geopolitiche nel mondo i prossimi mesi sui mercati si preannunciano volatili. Ma secondo Frank Di Crocco, head of Banks and Wealth Management di Invesco Italia, ancor più che dal contesto macroeconomico i veri rischi per un investitore sono quelli legati a propri comportamenti di investimento erronei. Sono i rischi del fai-da-te nella pianificazione finanziaria e che possono essere mitigati rivolgendosi a un consulente finanziario, una figura a cui Di Crocco attribuisce un ruolo centrale per diffondere maggiore educazione finanziaria tra gli italiani. “Ad esempio, un rischio tipico è quello di farsi prendere dalle emozioni o dal momentum cercando di anticipare i mercati che rappresenta sempre un pericolo. Oppure vi è il cosiddetto effetto gregge che porta l’investitore a prediligere investimenti noti. Lo vediamo nel successo che oggi e da sempre hanno tra gli italiani gli investimenti nei mercati domestici e nel Btp. E questo si scontra con il principio basilare della diversificazione del rischio”, spiega Di Crocco.

Come costruire un portafoglio vincente nel 2024

Per navigare il 2024, Di Crocco invita a focalizzarsi su tre variabili chiave dei mercati: apprezzamento del capitale, dividendi e cedole. Elementi fondamentali che erano scomparsi nell’epoca dei tassi a zero conclusasi nel 2022 con l’inizio della stretta sui tassi delle banche centrali. “Soluzioni basate sull’income e la generazione di reddito sono tornate a essere più appetibili rispetto al passato. Durante oltre un decennio di tassi a zero o addirittura negativi gli investitori erano spinti alla ricerca del rendimento assumendosi il rischio della volatilità di un portafoglio. Ma ora questa fase si è chiusa e la parte income è diventata centrale all’interno del portafoglio”, dice l’esperto di Invesco. Attorno a questa componente altri segmenti da inserire in portafoglio secondo Di Crocco sono l’azionario e i bond emergenti in valuta locale. “In particolare ci piacciono le azioni europee che attualmente sono sottovalutate rispetto a quelle degli Stati Uniti. Inoltre, in ottica di diversificazione è per noi interessante il debito emergente in valuta locale: storicamente quando gli spread tra debito emergente e i treasuries si aggirano attorno ai 400bps, nel biennio successivo il debito emergente in valuta locale offre migliori performance del debito americano. Ed ora gli spread sono a questi livelli. Inoltre, questi Paesi hanno politiche fiscali più strutturate rispetto al passato e tassi di crescita più elevati rispetto ai mercati sviluppati. L’esempio principale è l’India che cresce attorno al 7% e ha un deficit fiscale sul PIL attorno al 5 per cento. Inoltre, i bond indiani dal prossimo giugno saranno parte degli indici sui mercati emergenti di JP Morgan. Questo favorirà flussi di capitali verso questi strumenti e nuovi investimenti dall’estero. Infine per ottimizzare i portafogli e per ottenere rendimenti decorellati altre due asset class su cui puntare sono oro e materie prime”, aggiunge l’esperto.

A supporto dei consulenti

Presente da oltre un ventennio sul mercato italiano Invesco reputa l’Italia un Paese centrale per i propri piani di sviluppo globali. Per consolidare la propria posizione di leadership una direttrice chiave di crescita è puntare sui servizi ad alto valore aggiunto per segmenti specifici di clientela, al di là della mera logica di offerta e collocamento di un prodotto. L’idea è creare soluzioni e servizi più strutturati che si basano su una logica più ampia e sono tagliati su misura sulle esigenze della clientela. I consulenti finanziari sono uno dei target primari per continuare a crescere in Italia, e sono considerati da Invesco un attore chiave per diffondere una maggiore educazione finanziaria nel cliente finale. Per i consulenti il gestore mette a disposizione delle indagini di mercato approfondite e degli strumenti di supporto per facilitare il loro lavoro di intercettare le nuove esigenze degli investitori italiani.

“Invesco negli ultimi anni ha messo a disposizione dei consulenti delle ricerche e dei sondaggi sui clienti finali a supporto del loro lavoro quotidiano. Ad esempio, abbiamo realizzato un’indagine sui Millennials e i loro comportamenti di investimento, per capire le loro necessità, i punti di distinzione rispetto alle altre generazioni come la Generazione X, Baby Boomers e Generazione Z. Il fine di questo report è di sensibilizzare i consulenti ad adottare un linguaggio specifico per comunicare con i Millennials, anche sfruttando le nuove tecnologie e i social che per loro hanno un ruolo centrale. Anche perché i Millennbials saranno i beneficiari del passaggio generazionale e di un significativo trasferimento di ricchezza nei loro confronti”, spiega Di Crocco. “Di pari passo a questo fenomeno, il consulente si deve saper relazionare con i nuovi bisogni di una popolazione che invecchia sempre di più e in cui i tassi di natalità sono in declino. Parliamo del tema della Silver Economy, con una nuova fascia di popolazione che ha aspettative di vita più lunghe e che rappresenterà il tessuto centrale di una buona fetta dell’economia italiana anche in futuro. Per interfacciarsi a questo cluster di clienti, il consulente non deve lavorare soltanto al consolidamento della ricchezza, ma deve impostare una pianificazione finanziaria con un orizzonte più lungo che sappia cogliere nuovi stili di spesa, necessità inedite che nascono all’incrocio tra tecnologia e assistenza sanitaria evoluta”, spiega Di Crocco.

“La consulenza è fondamentale e va retribuita, perché ha un enorme valore rispetto al semplice fai-da-te, che può indurre l’investitore a fare scelte di pancia guidato dalle emozioni e dal momentum. Tutto ciò ribadisce ancora una volta le necessità di una maggiore educazione finanziaria in Italia, e di conseguenza pone il consulente nel ruolo cruciale di diffondere questo tipo di competenza a favore del benessere finanziario dell’intero Paese”, conclude Di Crocco.