Digitale, internet healthcare e nuovi trend di consumo: su cosa puntare in Cina per Li-Labbé (Carmignac)

Haiyan Li-Labbé Notizia
HaiyanLi-Labbé, gestore e analista Greater China, Carmignac (foto concessa)

Primo Paese ad entrare nell’emergenza e primo ad uscirne, la Cina è tra i vincitori del Covid. È stata l’unica tra le potenze mondiali a tornare in fase economica espansiva già nell’ultima parte dello scorso anno, e secondo delle recenti stime della World Bank il PIL di Pechino dovrebbe superare il 7% nel 2021. Si prospetta un futuro di crescita per il gigante asiatico, con un mercato dinamico e variegato, dove la gestione attiva può dare il meglio di sé, individuando le opportunità più redditizie per i portafogli degli investitori. “L’outlook per il 2021 per la Cina è positivo. Assisteremo ad un rimbalzo dell’economia molto forte, in parallelo ad una ripresa che si manifesterà livello globale”, afferma Haiyan Li-Labbé, gestore e analista Greater China di Carmignac.

“La Cina è una delle maggiori economie al mondo ed è in vantaggio in molti settori che in seguito alla pandemia dovrebbero accelerare ulteriormente”, dichiara. Secondo l’esperto uno dei suoi punti di forza è il fatto di detenere una road map di sviluppo economico dettata dal Governo: “Questo fattore permette al Paese di porsi degli obiettivi di lungo termine e di agire in continuità, diversamente da molte nazioni occidentali, dove i cambi al potere spesso comportano una messa in discussione delle politiche dei predecessori”, commenta. Tra i settori che dovrebbero beneficiare maggiormente dei piani di sviluppo di Pechino secondo Li-Labbé vi sono in primis la tecnologia, il digitale e l’e-commerce, ma anche la sanità con nuove forme di assistenza online, le infrastrutture, e i consumi interni con nuovi marchi locali che si stanno affermando e sottraggono quote di mercato ai brand stranieri.

Relazioni tra Stati Uniti e Cina

C’è però un’insidia per gli investitori che il gestore di Carmignac non nasconde: le tensioni tra Stati Uniti e Cina, che possono impattare sui portafogli quando le aziende finiscono nel mirino delle sanzioni statunitensi. L’ultimo caso è stato l’inserimento nella lista del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti del big degli smartphone Xiaomi (diversamente da quanto accaduto a Huawei, inserita nell’elenco del Dipartimento del Tesoro statunitense). Il colosso cinese è stato soggetto ad un ban commerciale che impedisce alle società USA di investire nell’azienda. “Nei nostri portafogli non ci sono società che appaiono direttamente nelle black list USA. Tuttavia ce ne sono alcune che hanno degli interessi connessi, soprattutto nel settore delle telecomunicazioni”. Perciò secondo Li-Labbé esiste il pericolo che alcune aziende subiscano gli effetti della contesa tra le due superpotenze, e che gli investitori siano costretti a dismettere alcune posizioni. “Con la nuova amministrazione Biden ci si aspetta un nuovo approccio verso la Cina, ma in ogni caso gli Stati Uniti continueranno a considerarla un avversario importante. Non riteniamo che gli USA rimuoveranno i dazi nel breve periodo. È molto probabile che ci sarà un aumento delle società cinesi inserite nelle black list, specialmente per le controllate di società già incluse. Pertanto, nel 2021, le tensioni tra Stati Uniti e Cina continueranno a costituire la principale fonte di rischio, anche se si tratta di un tema che riguarda singoli titoli e non il mercato cinese nel suo complesso. Di conseguenza, nella costruzione dei portafogli, è meglio evitare di prendere grandi posizioni in aziende potenzialmente rischiose”, afferma Li-Labbé.

I settori vincenti

“Lo scorso è stato un anno molto eccitante, perché abbiamo individuato i giusti trend prima che il Covid scoppiasse, che sono poi accelerati con la pandemia. La sfida per un gestore è proprio questa: selezionare le migliori aziende, riunirle in un portafoglio molto concentrato e detenere i titoli a lungo, senza farsi sedurre dalle rotazioni cicliche e dismettere le posizioni vincenti”, dichiara Li-Labbé. “Noi di Carmignac conosciamo molto bene la realtà cinese. Nei nostri portafogli inseriamo aziende specifiche, magari meno conosciute dei grandi nomi come Alibaba, ma che dimostrano una crescita più veloce e sono leader nei rispettivi settori o sotto-settori. Siamo focalizzati sull’e-commerce, sul pharma o su aziende dell’assistenza sanitaria online. Ci sono grandi opportunità anche nei consumi e in nuovi brand locali, come ad esempio Miniso, leader nei prodotti lifestyle di marca, che sta crescendo a livello globale. Per quanto riguarda la new economy, qualcuno potrebbe obiettare che le valutazioni siano ormai elevate, ma rimane un settore conveniente se si tengono in considerazione i coefficienti di crescita. Infine, Carmignac ha conquistato una solida reputazione nel Paese di investitore di lungo termine, cosa che gli permette di ottenere informazioni di prima mano e di avere accesso alle IPO più interessanti”, illustra Li-Labbé.

ESG in Cina

Un altro fronte di progresso è quello degli investimenti ESG. Secondo il gestore e analista di Carmignac gli sviluppi nei prossimi anni saranno sostanziali, frutto di una maggiore collaborazione da parte dei manager delle aziende locali con gli investitori. “La Cina negli ultimi anni ha compiuto passi da gigante per l’attenzione all’ambiente. Per quanto riguarda, invece, la ‘S’ dell’acronimo ESG, abbiamo assistito ad un incremento delle misure per contrastare le disuguaglianze tra la popolazione, con la riforma delle pensioni e un aumento delle assicurazioni sociali. Infine a livello di governance aziendale si sta diffondendo un approccio più attivo delle aziende a collaborare con gli investitori, tramite la condivisione di report e informazioni e molte società stanno assumendo degli specialisti ESG”, conclude Li-Labbé.