Il 2022 sarà un anno di normalizzazione, gli stimoli fiscali post pandemia verranno via via ridotti, le politiche delle banche centrali saranno meno accomodanti e gli impatti economici del Coronavirus saranno sempre più contenuti. Questo ritorno alla normalità, però, vorrà dire che gli investitori dovranno anche fare i conti con periodi di forte volatilità sui mercati e la diversificazione sarà ancor più una prerogativa. Tuttavia, l’attuale contesto macroeconomico pone dinnanzi a importanti incertezze che rendono ancor più difficile diversificare i portafogli attraverso le varie asset class a disposizione. Abbiamo chiesto ad alcuni professionisti del risparmio gestito italiano di illustrarci la loro visione a riguardo e di spiegare quali possono essere le soluzioni più adatte a fronteggiare tali criticità.
Diversificare è sempre più arduo, ma non mancano le opportunità
Marco Mossetti, senior portfolio manager di Credit Suisse Asset Management fa notare come l’attuale situazione di quasi normalità in realtà nasconda distorsioni importanti derivanti dai lockdown e dagli stimoli fiscali che possono condizionare le scelte di portafoglio a livello di allocazione settoriale e geografica. La prima riguarda la spesa per servizi, ancora molto depressa e la seconda il livello degli investimenti in attività produttive e infrastrutture che risulta ancora debole. “Il ritorno alla normalità favorirà i settori dei servizi legati ai trasporti, turismo e intrattenimento che quest’anno potrebbero sorprendere in positivo con tassi di crescita al di sopra delle previsioni”, commenta il portfolio manager. Inoltre, la pandemia ha messo in luce la fragilità di un sistema produttivo troppo legato all’outsourcing, delocalizzato nei Paesi emergenti, ora politicamente più rischiosi, e troppo dipendente da una logistica che, messa sotto pressione nel 2021, ha messo in luce tutte le sue carenze. “Le aziende torneranno ad investire con l’obiettivo di accorciare la catena produttiva, limitare l’impatto ambientale del processo di approvvigionamento e questo vuol dire riportare la produzione più vicina al consumatore”, prosegue. “Qui vediamo ulteriori opportunità”, conclude.
1/5Il tema dell’onshoring è diventato uno degli obiettivi primari di molti governi, tra cui Stati Uniti ed Europa, che mirano, infatti a garantire una maggiore sicurezza della fornitura e avere un’autonomia strategica in materie prime, prodotti o settori chiave per l’economia. Questi aspetti politici possono essere intercettati nei portafogli attraverso due tematiche di investimento: la digitalizzazione e le infrastrutture, spiega Anna Paola Marchi, responsabile Clientela Wholesales di Credit Suisse AM. “Un esempio è il fondo Credit Suisse (Lux) Robotics Equity Fund che per circa il 40% investe in aziende che si occupano di incrementare la produttività di altre società”, aggiunge. Mentre il Credit Suisse (Lux) Infrastructure Equity Fund è una soluzione che consente di posizionarsi su temi legati all’efficientamento energetico, green economy e cambiamento climatico su cui i governi e le autorità di tutto il mondo stanno spingendo.
2/5Sebbene le banche centrali abbiano iniziato il loro passo indietro nelle politiche accomodanti, la liquidità sul mercato rimarrà in abbondanza per un po’ di tempo, pertanto “si farà ancora fatica a diversificare efficientemente i portafogli”, commenta David Karni, responsabile portafoglio di investimento di BCC Risparmio & Previdenza. “Diversificare attraverso le singole asset class continuerà ad essere difficile, ma si può essere selettivi a livello di gestori attivi, con quei prodotti in cui abbiamo notato delle divergenze di performance rispetto ai benchmark e ai competitors, scegliendo quelli che l’anno scorso avevano deluso”, dichiara ancora il fund buyer.
3/5La diversificazione in ambito obbligazionario è ormai un lontano ricordo, tuttavia nella parte azionaria si può ancora fare qualcosa. “Dato che ci aspettiamo un’elevata volatilità sul mercato equity nel prossimo anno, ricorrere a rotazioni settoriali o alla selezione di gestori attivi specializzati su tematiche particolari potrà rappresentare un’alternativa adeguata ed interessante”, ha affermato Alessandro Bray, Investimenti e Wealth Management delle Gestioni Patrimoniali di Banca Aletti.
4/5Secondo Carlo Viscardi, head of Discretionary Portfolio Management di Amundi SGR un ottimo elemento di diversificazione è l’integrazione dei criteri ESG, che consentono di aggiungere resilienza al portafoglio. “Gli investitori devono abituarsi all’idea che il bilanciamento perfetto non proviene più dall’obbligazionario tradizionale, quindi l’allocazione bilanciata è troppo soggetta alla volatilità”, ribadisce il gestore. “Reddito fisso green e azionario sostenibile sono un’alternativa soddisfacente per rendere il portafoglio meno volatile”, conclude.
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