Diversificare sarà il mantra degli investitori obbligazionari del 2019

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Marco Verch, Flickr, creative commons

Le prospettive sui tassi di interesse restano poco brillanti per gli investitori obbligazionari che hanno come valuta base l’euro. I rendimenti locali rimangono ancorati ai tassi negativi, una situazione che probabilmente non cambierà molto presto. Tuttavia, l’ampliamento degli spread di credito nei mercati locali e nei mercati obbligazionari in dollari lascia presagire rendimenti leggermente migliori nel 2019 rispetto allo scorso anno. C’è solo una parola d’ordine per gli investitori fixed income europei: diversificazione.

“Non c’è una risposta semplice per chi investe nel reddito fisso in Europa. Il fatto è che il tasso risk free è basso e quest'anno i rendimenti possono essere positivi se gli investitori assumono un approccio diversificato sul rischio. Ci sono interessanti opportunità nei mercati obbligazionari globali. La ripresa del debito dei mercati emergenti, a nostro giudizio, è effettiva, nonostante persistano le preoccupazioni per le politiche commerciali del presidente Trump e per il rallentamento in Cina. Il nostro team High Yield negli Stati Uniti non prevede un grande aumento delle insolvenze delle imprese, nella misura in cui l’economia americana evita la recessione. Persino le obbligazioni investment grade in molti mercati iniziano a scambiare nuovamente su yield interessanti”, commenta Chris Iggo, CIO obbligazionario di AXA Investment Managers.

“Vale anche la pena di dire, in questa fase, che lo yield non è tutto. Il Bund, l’asset class con lo yield più basso, ha riportato una delle migliori performance. La domanda di strumenti privi di rischio a basso rendimento chiaramente non dipende dallo yield, bensì dalla necessità degli investitori di coprire il rischio in portafoglio. Il rischio e la duration presentano una correlazione negativa, soprattutto in condizioni estreme del mercato. Ecco perché avere duration attraverso titoli di Stato a lunga scadenza e a basso rendimento, in abbinamento al rischio di credito dei mercati emergenti e del segmento high yield, è una posizione forte”, aggiunge Iggo.

L’ago della bilancia nel 2019 sarà la crescita economica statunitense, un suo rallentamento infatti potrà avere significative conseguenze per i mercati obbligazionari globali. “Un numero minore di rialzi provocherà probabilmente una compressione dei rendimenti Usa rispetto ad altri Paesi le cui Banche centrali sono state più lente nell’interrompere le politiche accomodanti, come la BCE. Le strategie lunghe sui bond statunitensi e corte su quelli tedeschi vanno di moda da diverso tempo, ma finora non hanno avuto successo. La situazione attuale potrebbe finalmente permettere ai Treasury di sovraperformare. In questo scenario, uno strumento migliore per investire nel contesto attuale potrebbero essere i bond emergenti in valuta locale. Una Fed più accomodante, insieme alla stabilizzazione del dollaro, potrebbe fornire un po’ di margine alle Banche centrali dei Paesi emergenti rispetto agli attuali elevati livelli di tassi, permettendo ad alcune di esse di allentare la politica monetaria. I fondamentali e le valutazioni saranno i driver principali dei mercati obbligazionari globali. Inoltre, la propensione al rischio e la protezione del capitale da parte degli investitori avranno un ruolo chiave sui mercati. Come tutto ciò si svilupperà nel corso dell’anno dipenderà molto dall’andamento della crescita degli Stati Uniti”, commenta Arif Husain, head of International Fixed Income di T. Rowe Price.

“È troppo semplice affermare che il mercato del reddito fisso nel 2019 si trova ‘nella fase finale del ciclo’. Le politiche monetarie sono divergenti a livello mondiale. I tassi d’interesse statunitensi appaiono più interessanti, dato che i rendimenti sono saliti notevolmente, e la modalità di reazione della Fed è probabilmente destinata a cambiare. Nel frattempo, manteniamo un approccio difensivo sui tassi d’interesse in altri mercati sviluppati, in quanto il ciclo di incremento dei tassi è appena iniziato. Per quanto riguarda il credito societario, ci preoccupa il livello elevato di indebitamento tra le aziende statunitensi, ciononostante ravvisiamo opportunità legate alle divergenze tra settori e aree geografiche. Il ciclo del credito al consumo appare particolarmente promettente, e abbiamo individuato opportunità allettanti con un potenziale di generazione di reddito nel mercato dei prodotti strutturati. Il credito sovrano, soprattutto nei mercati emergenti, offrirà occasioni appetibili nel 2019 per effetto della netta impennata dei rendimenti, pur restando soggetto ad ampissime differenze tra i vari Paesi. Benché il 2018 sia stato un anno negativo per le obbligazioni, il 2019 potrebbe offrire risultati molto più interessanti agli investitori che sapranno destreggiarsi tra cicli di credito e politiche monetarie molto divergenti”, dichiara Gene R. Tannuzzo, vice responsabile Reddito Fisso Globale di Columbia Threadneedle Investments.