Dividendi: è record nel 2022 ma nel 2023 probabile una decelerazione della crescita

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Chris Briggs, immagine concessa (Unsplash)

Nel 2022 i dividendi hanno toccato un nuovo record a livello globale ma nel 2023 è probabile una decelerazione della crescita. A metterlo in luce è l’ultimo report Janus Henderson Global Dividend Index. Nonostante il netto calo dei principali listini globali dello scorso anno, si è registrata una forte crescita dei dividendi globali. Le distribuzioni sono aumentate dell’8,4% raggiungendo la cifra record di 1.560 miliardi di dollari. Dopo l’adeguamento volto a tener conto dell’apprezzamento del dollaro rispetto alla maggior parte delle valute, della diminuzione dei dividendi straordinari e di altri fattori tecnici, la crescita sottostante è risultata persino più robusta, pari al 13,9%.

Distribuzioni record in dodici Paesi

La crescita dei dividendi è stata così solida che in dodici Paesi sono state effettuate distribuzioni record in dollari. Tra gli altri vi sono USA, Canada, Brasile, Cina, India e Taiwan. E in ogni caso, in molte altre nazioni come Francia, Germania, Giappone e Australia i dividendi hanno toccato livelli record in valuta locale. Ma per avere un quadro chiaro dell’evoluzione dei dividendi nel 2022 è bene tener conto dei trend settoriali. Lo studio della casa di gestione evidenzia infatti che circa la metà della crescita mondiale dei dividendi nel 2022 si deve ai produttori di petrolio e gas e alle società finanziarie.

“A seguito dell’impennata dei prezzi dell’energia i produttori di petrolio e gas hanno incrementato i pagamenti agli azionisti di due terzi tramite un mix di distribuzioni ordinarie e dividendi straordinari una tantum”, fanno notare da Janus Henderson. “L’aumento dei dividendi globali nel 2022 si deve per quasi un quarto a tali società. Si sono registrati incrementi delle distribuzioni pressoché generalizzati e la crescita è stata particolarmente marcata tra le aziende dei mercati emergenti”, rivela il report.

Anche banche e società finanziarie, in particolare negli USA, nel Regno Unito e in Europa, hanno contribuito per un quarto alla crescita annua portando avanti la consistente ripresa dei dividendi post pandemia iniziata nel 2021. “Contemporaneamente, i costi di spedizione alle stelle hanno sostenuto le società dei trasporti di tutto il mondo e a seguito dell’impennata della domanda e dei rincari di automobili e beni di lusso le aziende attive in questi ambiti si sono rivelate il più importante driver della crescita dei dividenti in Europa”, si evince dal report. “Per contro, il calo dei prezzi delle materie prime ha comportato una flessione delle distribuzioni nel settore estrattivo che nel 2021 avevano toccato i massimi storici”, spiegano.

Differenze a livello di regioni mondiali

A livello settoriale emergono alcuni evidenti vincitori, tuttavia la crescita è stata generalizzata - su scala globale l’88% delle società ha incrementato o confermato i dividendi. Nei mercati emergenti, nella regione Asia-Pacifico (escluso Giappone) e in Europa i dividendi sono aumentati di circa un quinto su base sottostante. “In termini geografici, nei mercati emergenti, nella regione Asia-Pacifico (escluso Giappone) e in Europa i dividendi sono aumentati di circa un quinto su base sottostante”, fanno notare dal gestore. “Negli USA i dividendi sono cresciuti di meno della metà rispetto al resto del mondo, essenzialmente a causa della minore esposizione del Paese ad alcuni dei principali trend settoriali del 2022; inoltre, i dividendi delle società USA hanno dato prova di grande resilienza nel corso della pandemia e quindi la ripresa è stata meno marcata”, continuano.  “In ogni caso, negli USA la crescita si è attestata sopra la media a lungo termine. In Giappone la crescita complessiva è stata fortemente frenata dalla debolezza dello yen, ma i dividendi sono aumentati di un sesto su base sottostante. Nel Regno Unito si è registrato un aumento del 12,1%”, spiegano.

Il 2023

Janus Henderson stima una crescita più lenta nel 2023 a fronte di pagamenti per 1.600 miliardi di dollari, in rialzo del 2,3% su base complessiva e del 3,4% su base sottostante. “Nel nuovo anno le prospettive per i dividendi appaiono più incerte”, dicono dalla casa di gestione. “All’orizzonte incombono elementi problematici quali l’inflazione, l’entità dei futuri rialzi dei tassi e i rischi geopolitici”, affermano. “I flussi di cassa delle aziende saranno soggetti a pressioni per via della diminuzione della domanda e del maggior costo di servizio del debito che limiteranno il margine di crescita dei dividendi”, continuano.

“A livello settoriale, è improbabile che i dividendi delle società energetiche facciano segnare aumenti paragonabili a quelli del 2022 mentre nel settore estrattivo le distribuzioni dipenderanno dall’andamento delle commodity sottostanti”, sottolineano. “In ambito finanziario, le banche beneficeranno di margini più ampi in un contesto di tassi di interesse più alti; pertanto un’ulteriore crescita dei dividendi è verosimile a patto che si provveda a un’attenta pianificazione delle misure da adottare in caso di aumento dei crediti inesigibili nel quadro del rallentamento dell’economia”, spiegano. “In definitiva, i dividendi sono molto meno volatili degli utili e al momento la copertura dei dividendi - il rapporto tra utili e dividendi - è a livelli elevati. Pertanto, nonostante le molteplici incertezze, prospettiamo un’ulteriore crescita dei dividendi nel 2023”, affermano dalla casa di gestione.

Italia

Secondo l’analisi di Janus Henderson i dividendi sottostanti in Italia sono saliti del 3,3% segnando un nuovo record con 15,5 miliardi di euro, e hanno superato di poco il livello massimo del 2021. “Nel settore finanziario, il totale del 2021 comprendeva il recupero dei pagamenti non effettuati in precedenza, ed è per questo che il risultato del 2022 sembra inferiore nel confronto”, ha dichiarato Federico Pons, Country Head per l’Italia. “Da menzionare Atlantia che ha ripreso le distribuzioni di dividendi”, conclude.