Con Monaco sono stati avviati i primi contatti e sarebbe allo studio un’intesa con il Vaticano. Questi accordi daranno una spinta alla voluntary disclosure, la sanatoria per l’emersione dei fondi nascosti all’estero, stimati in 150-200 miliardi.
Dopo la Svizzera, tocca al Liechtenstein. Il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e il Primo Ministro e Ministro delle finanze del principato, Adrian Hasler, hanno firmato l’accordo in materia di scambio di informazioni ai fini fiscali. Analogamente a quanto avvenuto con la Svizzera, l’accordo pone fine al segreto bancario nel Principato, che entra nelle white list. Lo ha comunicato il ministero dell’Economia. Questi accordi daranno una spinta alla voluntary disclosure, la sanatoria per l’emersione dei fondi nascosti all’estero, stimati in 150-200 miliardi, attraverso l’autodenuncia dell’evasore in cambio di uno sconto sulle sanzioni amministrative e penali ma dietro il pagamento delle imposte. L’effetto su chi aderisce alla voluntary disclosure è che non subirà il raddoppio delle sanzioni (saranno del 3%) e del periodo di accertamento (sulle attività tra il 2005 e il 2009 cadrà la prescrizione).
Oggi 2 marzo è anche la data di scadenza per eventuali accordi con il Vaticano, considerato di fatto un Paese non collaborativo ai fini fiscali. Non c’è al momento conferma alcuna sulla trattativa Italia Santa Sede ma questo è un passaggio ritenuto molto rilevante dall’Italia. Tornando al Lichtenstein, i due ministri, ha specificato il ministero dell’Economia, hanno firmato anche un Protocollo aggiuntivo in materia di “richieste di gruppo”. L’accordo “consentirà di sviluppare ulteriormente la cooperazione amministrativa tra i due Paesi e quindi rafforzare il contrasto all’evasione fiscale”. L’intesa è basata sul modello OCSE di Tax Information Exchange Agreement (TIEA) e consente lo scambio di informazioni su richiesta relativamente a tutte le imposte. Lo Stato a cui sono richieste le informazioni non può rifiutarsi di fornire allo Stato richiedente la collaborazione amministrativa per mancanza di interesse ai propri fini fiscali, né opporre il segreto bancario. Il Protocollo aggiuntivo, che disciplina le richieste di gruppo, consentirà di presentare richieste in relazione a categorie di comportamenti che fanno presumere l'intenzione dei contribuenti di nascondere al fisco italiano patrimoni/attività detenute irregolarmente nel Liechtenstein. L’accordo sullo scambio di informazioni e il protocollo aggiuntivo si applicano dopo la ratifica da parte dei Parlamenti dei rispettivi Paesi, a decorrere della firma.
Con la firma il Principato è considerato ai fini della voluntary disclosure un Paese 'non black list', consentendo così ai cittadini italiani che detengono in maniera illegale patrimoni/attività nel Liechtenstein di accedere alla procedura di regolarizzazione alle condizioni più favorevoli previste dalla legge (pagamento per intero delle imposte e sanzioni ridotte). Insieme all’accordo e al protocollo aggiuntivo i ministri hanno firmato anche una dichiarazione congiunta di carattere politico con la quale i due Paesi confermano il reciproco impegno ad applicare lo scambio automatico di informazioni sulla base dello standard globale Ocse dal 2017. L’Italia, subito dopo l’entrata in vigore dell’accordo e del protocollo includerà formalmente il Liechtenstein nella white list. Con la dichiarazione congiunta, infine, Italia e Liechtenstein si impegnano ad avviare i negoziati per una convenzione contro le doppie imposizioni, una volta entrati in vigore l’accordo e il protocollo.