È giusto continuare a investire nell’obbligazionario?

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I mercati obbligazionari stanno diventando sempre più difficili da capire e sono ora entrati in una fase di transizione dominata dalla normalizzazione della politica monetaria. Dal 2008, i rendimenti del reddito fisso provengono principalmente dal calo dei tassi d'interesse ma, secondo molti operatori di mercato, replicare quelle performance sarà d'ora in poi impossibile senza un approccio di investimento attivo e flessibile. Tuttavia, “ci sono ancora delle opportunità che hanno bisogno di una più rigorosa selezione su tutti gli strumenti del mercato obbligazionario”, come spiega Eliezer Ben Zimra, co-manager del fondo con rating Blockbuster Funds People Edmond de Rothschild Fund Bond Allocation.

“I mercati obbligazionari sono ancora un fondamentale strumento di diversificazione. Essere selettivi risulta essenziale per cogliere le opportunità, e un approccio attivo e flessibile è la soluzione giusta a nuove sfide future”, afferma il gestore di Edmond de Rothschild AM.

Secondo l’esperto, le obbligazioni continuano ad offrire quel tipo di opportunità che solo una precisa comprensione di tale universo riesce a identificare, colte solamente da un approccio di investimento altamente reattivo. “Il mercato obbligazionario è molto più di un solo tipo di bond. Vi sono numerosi strumenti meglio equipaggiati per far fronte ad un contesto di tassi d'interesse al rialzo. Il credito, e in particolare l'high yield europeo, sta beneficiando del miglioramento dei fondamentali delle aziende, mentre il debito dei subordinati finanziari risulta ancora interessante in quanto il segmento vede minori crediti in sofferenza e gode di un contesto normativo più favorevole. Se i tassi di interesse aumentano, le obbligazioni finanziarie dovrebbero sovraperformare gli altri segmenti obbligazionari in quanto la redditività delle banche (e conseguentemente il rischio di credito bancario) è destinata a migliorare”, spiega.

Secondo il team di gestione del fondo Blockbuster, i Paesi europei periferici come Portogallo, Grecia e Cipro sembrano interessanti aree di investimento: “Grazie all'aumento della dinamica economica nella regione, e alla riduzione del rischio politico, alcuni di questi Paesi sono migliorati. Gli investitori dovrebbero anche considerare il debito dei Paesi emergenti, le obbligazioni europee indicizzate all'inflazionee il credito investment grade statunitense, pur sempre rimanendo altamente selettivi”.

Gestione attiva della sensibilità al tasso di interesse

Oltre a Ben Zimra, l’Edmond de Rothschild Fund Bond Allocation è anche gestito da Guillaume Rigeade e offre agli investitori “una soluzione su misura progettata per aiutarli nel trarre beneficio dai volatili mercati del fixed income”. Il fondo ha diversi livelli di flessibilità

- i gestori hanno un margine di manovra considerevole rispetto all'esposizione ai tassi d'interesse, un vantaggio maggiore rispetto ai rialzi previsti; 

- con una sensibilità di [-2 +8], i movimenti dei tassi di interesse possono essere quindi trasformati in opportunità;

- il fondo è anche flessibile rispetto alla sua esposizione, in quanto ha ampi range di investimento sui vari segmenti di mercato. “Ad esempio, può investire in titoli di Stato, titoli di debito investment grade o high yield, obbligazioni finanziarie, obbligazioni indicizzate all'inflazione o debito dei Paesi emergenti. La selezione degli emittenti si basa sull'esperienza di 20 gestori obbligazionari in vari segmenti che prendono decisioni anche sull’effettiva bond selection. Di conseguenza, il fondo capitalizza un doppio approccio top-down/bottom-up ai mercati obbligazionari”.

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Con un patrimonio in gestione maggiore ai 2 miliardi di euro, la strategia è volta quindi ad una clientela diversificata e internazionale, attratta dal track record dei suoi regolari rendimenti. L’asset allocation vede una maggiore esposizione in obbligazioni governative, pari al 25% del portafoglio, seguite dal cash (24%), high yield societario (15%) e subordinati finanziari (13%). La performance annualizzata a 5 anni è pari al + 4,3%.

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Nel 2018, il rendimento è rimasto tuttavia in territorio positivo nonostante i forti movimenti dei tassi d'interesse avvertiti dal 1° gennaio. “La volatilità a 1 anno è rimasta sotto controllo all'1,45%, mentre quella a 3 anni al 3,8%. Il portafoglio risulta quindi una soluzione attraente per gli investitori che cercano un'esposizione al mercato obbligazionario con allocazione, bond selection e una gestione della sensibilità affidata ai professionisti fixed income”, conclude Ben Zimra.

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