È il momento di investire nel debito emergente

I bassi tassi di interesse e le difficoltà di diversificazione dei portafogli hanno spinto, ormai da tempo, gli investitori a cercare nuove fonti di rendimento, soprattutto nell’ambito del reddito fisso. Il debito emergente è sicuramente l’asset class che ha riscosso maggior interesse, se si considera poi che alcuni Paesi di quell’area, come la Cina, quest’anno saranno i soli a crescere con la pandemia da Covid-19 ancora in atto. Il terreno è più che fertile, ma come coglierne le opportunità? Abbiamo pertanto organizzato una tavola rotonda sull’emerging markets debt per chiedere ad alcuni fund selector e gestori come si stanno orientando a riguardo.

Valutazioni attraenti, politica monetaria espansiva e un ottimismo incalzante nei confronti della ripresa sono i principali fattori a supporto del debito emergente. “La politica monetaria a livello globale sta favorendo l’asset class, in particolar modo gli interventi della Fed stanno dando una forte spinta al debito in valuta rispetto a quello in hard currency, determinando la debolezza del dollaro e stabilizzandone così i rendimenti”, ha commentato Aaron Grehan, Deputy Head of Emerging Market Debt e Portfolio Manager, EM Hard Currency di Aviva Investors. “Crediamo inoltre che una ripresa più veloce nei Paesi emergenti, viste le misure meno restrittive adottate, possa permettere una maggiore compressione degli spread e quindi migliorare ancor più le performance”, aggiunge il gestore.

“Oggi se si vogliono trovare rendimenti interessanti è necessario guardare ai mercati emergenti”, sostiene Filippo Valvona, senior Fund Selection Portfolio Manager di Amundi SGR. “A differenza di altre asset class, come l’high yield, che hanno una minore attrattività viste le valutazioni e i tassi di default, il debito emergente al momento presenta relativamente rendimenti aggiustati per rischio migliori, soprattutto se in hard currency”, aggiunge il fund selector. “Inoltre abbiamo assistito ad un recente repricing come reazione alle politiche fiscali adottate per fronteggiare il Covid-19, che ha reso questo segmento ancora più interessante”, prosegue.

L’outlook per il 2021 è in miglioramento e questo si traduce in una maggiore attenzione verso le attività risk-on, sia equity che bond, tra questi anche l’emerging market debt. Roberta Rudelli, head of fund selection di Cordusio Sim, spiega infatti che il debito emergente è una delle asset class su cui sono positivi nel segmento obbligazionario. “Con il dollaro che rimarrà debole a causa della Fed ancora dovish e della maggior spesa fiscale attesa, i bond in local currency saranno favoriti rispetto a quelli in valuta forte. Tuttavia, considerando il contesto globale, occorre essere ancora più selettivi, privilegiando la qualità”, sostiene la fund buyer. “In questi casi la gestione attiva può fare la differenza”, aggiunge.

Uno sguardo sulle opportunità

L’universo del debito emergente è molto vasto e in alcuni casi può celare dei rischi nascosti, per questo essere selettivi diventa una priorità, ma anche un punto di forza nell’individuare le migliori opportunità.

Il ciclo economico globale è diretto verso la recessione, mentre i Paesi emergenti hanno mostrato una maggior tenuta, la Cina per esempio sarà l’unico Paese a crescere nel 2020, ma non è l’unica area di opportunità. “Crediamo che il debito emergente in local currency possa recuperare meglio rispetto alle altre asset class, soprattutto guardiamo con interesse l’area del latino America, in particolare i bond in real brasiliano o pesos messicani”, afferma Paolo Baldessari, responsabile Gestioni Fixed Income di Banca Generali.

“Si possono individuare i market leader in questo segmento del mercato obbligazionario, che sono quei Paesi che sono riusciti a trarre più benefici dalle riforme fiscali e dai nuovi modelli di business adottati dalle aziende, con conseguente miglioramento dei rating”, spiega Filippo Zafferoni del team Consulenza e Active Advisory di Banca Aletti. “Il rafforzamento dei brand e l’apertura ai mercati globali dei capitali sono solo alcune delle ragioni che hanno incrementato il loro interesse, oltre gli ottimi rendimenti, continua l’esperto.

Jacopo Ciuffardi, fund selector di Fideuram Investimenti SGR rimane invece neutro nel lungo termine dal punto di vista tattico, ed è meno esposto nel breve periodo a causa della situazione controversa dovuta al Covid-19, sebbene abbiano incrementato il peso di questa asset class, rispetto ad altre. “In generale cresce l’interesse per il debito asiatico sia in valuta forte, che in valuta locale, in quanto ha un beta inferiore rispetto al mercato di riferimento. In particolare, c’è un focus crescente sul reddito fisso cinese in renminbi, che è sempre più presente negli indici globali e può rappresentare anche un’alternativa alle currency sviluppate”, conclude il fund selector.