E se arrivasse la recessione?

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Il 2018 è stato caratterizzato da performance negative sia sul fronte dell’azionario sia obbligazionario; questo a causa di una serie di elementi che hanno incrementato l’incertezza sui mercati finanziari. Bruno Rovelli, chief investment strategist di BlackRock, ha individuato 5 fattori scatenanti: l’accelerazione del restringimento della politica monetaria da parte della Fed; l’apprezzamento del dollaro che ha portato al deterioramento delle condizioni finanziarie di alcuni Paesi emergenti come Turchia e Argentina; il rallentamento economico in tutto il mondo, eccetto gli Stati Uniti; le tensioni commerciali tra USA e Cina e il rischio di frammentazione europea dovuta alla Brexit e alla questione politica italiana. “Nessuna di queste condizioni ha rappresentato un catalizzatore individuale, ma tutte in maniera complessiva sono riuscite a gettare scompiglio sui mercati”, spiega Rovelli.

“In presenza di una maggiore incertezza sui mercati e con tassi di interesse più alti, gli investitori chiedono un premio per il rischio più alto. Crediamo quindi che il 2019 sarà caratterizzato da un maggiore risk premium su tutte le asset class. Inoltre, per il prossimo anno, ci aspettiamo una crescita economica a ritmo più contenuto, ma non una recessione. Il rallentamento della crescita interesserà in modo più intenso gli Stati Uniti, soprattutto sino al 2019. Dal lato dell’inflazione, non ci saranno ancora pressioni al rialzo, sia negli USA sia in Europa. La conseguenza che ci aspettiamo è che la Fed si fermerà dopo altri due rialzi. Tuttavia, questo sarà un ambiente più favorevole per i mercati, se consideriamo che una forte variabile di incertezza è stata proprio il rapido incremento dei tassi negli Stati Uniti”, commenta Rovelli in occasione del suo outlook di mercato per il 2019.

Dove posizionarsi quindi nel prossimo anno? Rovelli dichiara che “l’area con maggior valore di lungo periodo è costituita dall’equity degli emergenti (soprattutto Cina e India), le cui valutazioni sono le più basse degli ultimi 25 anni. Nei Paesi sviluppati privilegiamo i titoli di migliore qualità, meno ciclici e soprattutto meno esposti al mercato statunitense. Per il segmento obbligazionario sovrappesiamo la parte breve della curva americana (1-3 anni) dei corporate investment grade, che presentano rendimenti aggiustati per il rischio attraenti. Ci posizioniamo inoltre sulla duration in dollari che reduce il rischio complessivo di un portafoglio bilanciato. Infine, saremo sovraesposti sul debito emergente in hard currency (dollari), favorendo i governativi ai corporate bond”.

Per BlackRock il principale rischio per il prossimo anno è che possa esserci una sorpresa negativa per il mercato, e di conseguenza una recessione. Per questo è necessario inserire una certa protezione nel portafoglio rappresentata dalla duration in dollari. Gli Stati Uniti sono l’unico Paese dove ci sono maggiori possibilità di manovra dal punto di vista della politica monetaria, in caso di crescita negativa dell’economia, un posizionamento sugli USA fornirà una certa copertura.