Gli investitori, si sa, sono a caccia di rendimento. E ora, un pò per una certa carenza di alternative, un pò perchè in ottica selettiva alcuni Paesi presentano buoni fondamentali, i mercati emergenti sembrano essere tornati in cima alle preferenze quando si tratta di costruire un’asset allocation. Spiega Antonio Sidoti, direttore delle vendite in Italia di WisdomTree Europe che “la ristrutturazione dei bilanci aziendali, la stabilizzazione delle commodity e dei mercati monetari, oltre a minori preoccupazioni riguardo a una decelerazione della Cina, rendono gli emergenti una possibilità interessante. Crediamo anche che i programmi di acquisto di titoli obbligazionari high-grade adottati dalle banche centrali sottraggano rendimento agli investitori, a meno che non si decida di assumersi rischi di credito e a termine nettamente superiori”. Pertanto la giusta strategia per approcciarsi ai mercati emergenti “dovrebbe puntare alla ricerca di reddito nel segmento azionario anziché in quello obbligazionario. Una strategia improntata al reddito azionario, semplice ed efficiente, che comprenda un paniere di titoli ad alto rendimento da dividendi, ampia e onnicomprensiva, offre un rendimento più elevato in presenza di una minore leva finanziaria rispetto alle obbligazioni high-grade”.
Ecco perché preferire le azioni dei mercati emergenti rispetto ai bond

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