EFAMA supporta l'enfasi della relazione di Letta sull'importanza di un mercato unico dell'Ue

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Christian Lue, Unsplash

I gestori patrimoniali sostengono l'enfasi posta dal rapporto presentato oggi al Consiglio europeo dall’ex premier italiano Enrico Letta sulla promozione del mercato unico e sulla mobilitazione dei capitali privati. Lo comunica l’Efama, l’associazione europea dei fondi e del risparmio gestito.

“Insieme alla recente dichiarazione dell'Eurogruppo in formato inclusivo sul futuro della capital markets union (CMU) e all'imminente relazione di Mario Draghi, si pone sempre più l'accento sulla competitività dell'Ue e sulla necessità di compiere progressi urgenti verso la realizzazione di un'Unione dei mercati dei capitali ben funzionante per finanziare le necessarie transizioni dell'Europa”, spiegano dall’ente. “Esortiamo i responsabili politici dell'UE a sfruttare questo forte slancio e a intraprendere azioni decisive nella prossima legislatura, dopo le elezioni parlamentari dell'Ue”, si legge in una nota diffusa alla stampa. “I gestori patrimoniali costituiscono una parte significativa del settore degli investimenti in Europa e i membri dell'EFAMA sono pronti a sostenere i politici in questi obiettivi”, afferma l’associazione, evidenziando l'importanza messa in risalto dalla relazione di Letta di “trasformare i risparmi inutilizzati in investimenti produttivi nell'economia dell'Ue”.

“Anche se avremo bisogno di un po' di tempo per analizzare la relazione di Enrico Letta, ne accogliamo con favore l'alto livello di ambizione e la determinazione a fare un salto, a ridurre la burocrazia, a rafforzare il mercato unico e a consentire alle imprese dell'Ue di competere a livello globale”, commenta il direttore generale dell'EFAMA, Tanguy van de Werve. “Letta ha correttamente individuato che, quando si tratta di rilanciare i mercati dei capitali dell'Ue, un migliore collegamento tra l'economia reale e i risparmi dei cittadini europei sarà un fattore chiave di successo. Ora abbiamo bisogno di azioni coraggiose da parte di tutti gli attori coinvolti per trasformare questa visione in realtà", dice van de Werve.

La relazione di Letta

Intitolata Much more than a market. Speed, Security, Solidarity. Empowering the Single Market to deliver a sustainable future and prosperity for all EU Citizens”, la relazione sul futuro del mercato unico è un testo di 147 pagine, frutto di sette mesi di lavoro. In essa viene messa in luce la necessità di “un aggiornamento dei punti cardinali del Mercato Unico, allineandoli a una nuova visione dell'Unione europea e al suo ruolo in un mondo che si è ‘allargato’ e ha subito significative trasformazioni strutturali”, si legge nel testo. “Il mercato unico dell'UE è in ritardo rispetto al mercato statunitense. Nel 1993, le due aree economiche avevano dimensioni comparabili. Tuttavia, mentre negli Stati Uniti il PIL pro capite è aumentato di quasi il 60% dal 1993 al 2022, in Europa l'incremento è stato inferiore al 30 per cento”, spiega il report.

Inoltre, viene sottolineato come l'ordine internazionale attualmente si trovi di fronte a una serie sfide, per una fase segnata dal riemergere delle tensioni geopolitiche. “Le guerre e i conflitti commerciali minano sempre più i principi di un sistema internazionale basato sulle regole”, si legge. “Il successo dell'Unione europea poggia sui pilastri del libero scambio e dell'apertura. La messa in discussione di questi ideali minaccia le fondamenta stesse dell'Ue”, prosegue. “Per questo mondo più ampio, abbiamo bisogno di un forte impegno politico per dare vita a un nuovo mercato unico”, evidenzia il report.

L’importanza dei risparmi europei

Nel documento Letta assegna un ruolo cruciale ai risparmi degli europei: “L'Unione europea ospita ben 33 mila miliardi di euro di risparmi privati, prevalentemente detenuti in conti correnti (34,1%)”, si legge. “Questa ricchezza, tuttavia, non viene sfruttata appieno per soddisfare le esigenze strategiche dell'UE”, prosegue. “Una tendenza preoccupante è il dirottamento annuale delle risorse europee verso l'economia americana e i gestori patrimoniali statunitensi. Questo fenomeno evidenzia una significativa inefficienza nell'utilizzo dei risparmi dell'UE che, se reindirizzati efficacemente all'interno delle proprie economie, potrebbero contribuire in modo sostanziale al raggiungimento dei suoi obiettivi strategici”, prosegue. Nel documento si sofferma anche sugli ELTIF, introdotti nel 2015 e rivisti di recente da una riforma entrata in vigore all'inizio di quest'anno. “La riforma, che comporta semplificazioni per i gestori e i distributori, dovrebbe dare slancio a questo strumento. Finora gli ELTIF hanno avuto poca diffusione”.

Infine, il report sottolinea la necessità di un'autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) rafforzata, in collaborazione con le autorità nazionali competenti: “Potrebbe assumere maggiori responsabilità di vigilanza per i principali soggetti in base a criteri quali le dimensioni, le attività transfrontaliere e la loro importanza sistemica, includendo sedi di negoziazione, emittenti, gestori patrimoniali e altri partecipanti ai mercati finanziari”, si legge nella relazione.