I partiti di estrema destra escono rafforzati dal voto in Europa, ma la maggioranza al Parlamento europeo è ancora nelle mani dei centristi. A rischio le politiche per la ‘transizione verde’. Incertezza anche per il voto anticipato in Francia.
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L’Unione europea vira a destra, ma la maggioranza europeista di centro regge. Questo il verdetto delle elezioni per rinnovare il Parlamento europeo tenutesi tra lo scorso giovedì e domenica nei 27 Paesi membri e che hanno chiamato al voto 373 milioni di aventi diritto. I partiti di destra radicale “anti-establishment” si rafforzano. Secondo le proiezioni, la destra sovranista in Austria è in testa. In Germania il partito più votato è l'Unione Cristiano-Democratica (Cdu), ma al secondo posto si colloca l’estrema destra di Alternative für Deutschland (Afd), che supera il Partito socialista del cancelliere Olaf Scholz. In Spagna il Partito Popolare di centro destra vince senza sfondare, davanti ai socialisti del premier Pedro Sanchez. Mentre in Italia la destra di Fratelli d’Italia (FdI) si conferma primo partito. Ma è in Francia che si è avuto l’impatto più diretto di questo spostamento verso destra nel panorama politico europeo. Il partito del Presidente francese Emmanuel Macron è stato pesantemente sconfitto dal Rassemblement National di Marine Le Pen, spingendo Macron a sciogliere immediatamente il parlamento e indire nuove consultazioni, che si svolgeranno in due turni, il 30 giugno e 7 luglio, per formare un nuovo governo.
Eppure, nonostante siano cresciuti i consensi dei partiti di estrema destra, la “maggioranza centrista” al Parlamento europeo, composta da popolari, socialdemocratici, liberali e verdi (la cosiddetta “maggioranza Ursula” che ha sostenuto fino a oggi l’attuale presidente della Commissione Ursula von der Leyen) è intatta, guadagnando probabilmente più del 55% dei voti totali. Infine, un altro dato rilevante è l’arretramento in Europa dei partiti verdi, che hanno perso numerosi seggi nell’assemblea.
Implicazioni per gli investitori
Secondo Reto Cueni, chief economist di Vontobel, la prima notizia positiva è che i risultati indicano ancora una maggioranza centrista stabile. “È importante in tempi di elevata incertezza geopolitica, per la guerra in Ucraina e la rivalità tra Stati Uniti e Cina”, spiega. “Tuttavia, le prossime settimane mostreranno se i partiti centristi riusciranno a lavorare insieme e a eleggere un presidente della Commissione europea centrista per il nuovo mandato quinquennale”, dichiara.
In secondo luogo, secondo l’esperto, lo spostamento verso partiti di destra più “anti-establishment”, che si schierano contro il ‘new deal verde’ e danno priorità alla sicurezza nazionale e al controllo delle frontiere nella loro agenda, mostra come sia cambiato l'orientamento politico in Europa. “Dopo le sconfitte del ‘blocco’ dei Verdi in Parlamento, lo slancio politico per la ‘transizione verde’ è ostacolato e aumenta la probabilità che durante la legislatura la spesa pubblica per le iniziative verdi venga probabilmente ridotta, mentre aumenterà quella per la difesa e il controllo delle frontiere”, osserva il chief economist di Vontobel.
È d’accordo Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners, secondo cui il maggior peso assunto dalla destra nelle ultime elezioni potrebbe pregiudicare anche politiche fiscali comunitarie come il Next Generation EU. “Una coalizione di destra potrebbe infatti adottare un approccio meno restrittivo alle regolamentazioni ambientali, il che desta qualche preoccupazione su un eventuale rallentamento delle iniziative green”, dice.
Inoltre, secondo l’esperto di NS Partners, l'incertezza politica e le preoccupazioni sugli orientamenti futuri dell'Unione europea, accentuate dall’instabilità politica in Paesi come Francia e Germania, stanno contribuendo a un indebolimento dell’euro nei confronti del dollaro Usa (ad oggi la moneta unica sta subendo un calo dello 0,6% rispetto al dollaro) e a un aumento degli spread: “Questo incremento riflette un maggior rischio associato agli investimenti nei titoli di stato di Paesi fortemente indebitati rispetto a quelli di Paesi più stabili”, fa notare l’esperto.
Soffermandosi sui possibili impatti per l’azionario europeo per Richard Brown, client portfolio manager di Janus Henderson, la crescita delle destre potrebbe rappresentate una battuta d'arresto per l’integrazione europea, un piano sostenuto in primis da Macron uscito sconfitto dal voto. “Ciò sarà probabilmente negativo per il settore bancario, dato che le aspettative di un'attività paneuropea di M&A nel comparto che porti a un mercato più consolidato saranno ora ridimensionate. Inoltre, rappresenta una battuta d'arresto per la capacità dell'Europa di concepire una politica industriale a livello continentale, in grado di competere con le strategie di ‘autosufficienza’ e reshoring di Stati Uniti e Cina”, dice Brown.
Elezioni anticipate in Francia
Secondo il Global Credit Team di Algebris Investments le nuove elezioni in Francia rappresentano un evento politico fondamentale per l’Europa, probabilmente più delle stesse elezioni europee. Secondo la casa di gestione una maggioranza del Rassemblement National implicherebbe deficit più ampi e una svolta a destra nella politica europea. “Anche se l’impatto sui principali dossier dell’Ue (come i Green Deals) sarà probabilmente relativamente contenuto, dal fatto che la legislazione è già stata approvata e ora è in fase di attuazione, un maggiore confronto emergerà quasi certamente sul prossimo bilancio dell’Ue, dove le priorità di spesa di questo parlamento saranno probabilmente diverse da quelle del precedente”, fanno notare da Algebris Investments.
Secondo Lizzy Galbraith, political economist di abrdn, le elezioni parlamentari non modificheranno la posizione di Macron come presidente, ma lo renderanno vulnerabile all’eventualità di governare con i partiti dell'opposizione che controllano il parlamento, “accentuando ulteriormente le difficoltà incontrate nell'approvare le leggi durante il proprio attuale mandato”, afferma Galbraith.
Per Elliot Hentov, head of Macro Policy Research di State Street Global Advisors, la conseguenza più immediata sul mercato deriva dall'ulteriore rischio sovrano in Francia. “Dato l'elevato deficit di bilancio del Paese, l'assenza di miglioramenti implica un premio di rischio più elevato per le obbligazioni francesi”, dice Hentov che si sofferma anche sugli impatti del voto in Francia sugli equilibri politici complessivi del Vecchio continente. “La debolezza interna della Francia (e della Germania) potrebbe riservare una sorpresa in termini di forza della Commissione europea”, sottolinea. “Se la Von der Leyen riuscisse a essere riconfermata dal Parlamento europeo, ne uscirebbe rafforzata nel suo secondo mandato, dato che i governi nazionali sono concentrati sul piano interno e mancano di leadership a livello europeo”, conclude Hentov.