Nonostante l’incertezza sul secondo turno, secondo gli esperti delle case di gestione estere per il momento i risultati estremi sono fuori discussione. Migliora l'interesse per gli asset francesi.
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La Francia si avvia verso il secondo turno elettorale di domenica 7 luglio che decreterà se il Rassemblement National (RN) sarà destinato a governare con la maggioranza assoluta. Il partito di destra di Marine Le Pen e del candidato premier Jordan Bardella si è infatti aggiudicato il primo turno la scorsa domenica con il 33,1% dei voti. La sinistra del Nouveau Front Populaire con il 27,9% delle preferenze è risultato il secondo partito. Segue al terzo posto Ensemble, la coalizione del presidente Emmanuel Macron con il 20% dei consensi. Le elezioni legislative per formare un nuovo parlamento erano state indette anticipatamente dallo stesso Macron dopo la sconfitta della sua coalizione alle europee di giugno.
L'esito del voto è molto incerto. Per impedire la vittoria della destra, all’interno del campo progressista si cercano larghe intese, mentre Ensemble e le sinistre hanno lanciato un appello per patti di desistenza, ovvero di rinuncia a concorrere al secondo turno dei candidati nei collegi dove si sfidano tre o più candidati. “Le contrattazioni per il secondo turno significano che i risultati estremi sono in gran parte scongiurati, il che calma la volatilità e favorisce un risultato più razionale”, analizza Donny Kranson, portfolio manager di Vontobel. “L'idea che il nemico del mio nemico è mio amico sembra reggere e il sentimento anti-destra sta vincendo”, spiega l’esperto.
Un’assemblea divisa
“Il mercato sta reagendo positivamente a quello che sembra essere un vantaggio meno forte da parte del partito RN, che riduce il rischio di una maggioranza assoluta al secondo”, dice Zehrid Osmani, head of Global Long Term Unconstrained Equities e senior portfolio manager di Martin Currie (parte di Franklin Templeton).
Si prospetta dunque lo scenario di un’assemblea divisa, con una posizione di governo debole. “Un periodo di coabitazione con il partito RN che nominasse il primo ministro, porterebbe alla paralisi politica in Francia, o almeno a un rallentamento del processo decisionale politico”, segnala Osmani. Kranson di Vontobel analizza la situazione da una prospettiva differente. “Lo status quo economico in Francia non è negativo. In molti Paesi, infatti, una situazione di stallo è spesso da considerarsi positiva”, dice l’esperto.
Riflettori sul debito pubblico
Il sostegno emerso dal voto ai partiti più estremi sia a sinistra che a destra solleva preoccupazioni tra gli investitori. Il timore è che un nuovo governo di destra possa rispolverare le sfide fiscali della Francia, Ma come fanno notare gli esperti delle case di gestione, durante questo ciclo elettorale la destra ha adottato un approccio più centrista alle questioni fiscali. “Il Rassemblement National ha abbassato i toni su diverse posizioni fiscali e monetarie estreme, poiché ha bisogno di partner per formare un governo valido”, osserva Kranson.
Anche Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm, si sofferma sulle problematiche legate al debito pubblico in Francia. “Se si confronta il rapporto debito/PIL di Italia, Grecia e Francia, quest’ultima ad oggi si trova sicuramente in vantaggio, ma se si osserva l’evoluzione del parametro nel tempo, il quadro cambia: negli ultimi venticinque anni, il rapporto debito/PIL in Italia è rimasto abbastanza stabile, mentre in Francia è aumentato in modo più significativo, dice Flax. “L’attenzione di recente si è concentrata sull’ampliamento della differenza tra i rendimenti dei titoli di Stato decennali francesi e tedeschi, ma non va trascurata neanche la riduzione dello spread tra Francia e Italia, prospettiva non così singolare alla luce della rispettiva posizione fiscale”, commenta Flax.
Opportunità per l’azionario francese
Osmani reputa esagerati i timori del mercato di politiche non ortodosse e di espansione fiscale. “In tutti gli scenari che si prospettano, non crediamo che la Francia si discosterà dai suoi vincoli di bilancio nei confronti dell'UE”, dice l’esperto. “Questo potrebbe creare un’opportunità buy per l’azionario francese, dato il sell-off in vista dell'aumento dell'incertezza politica in uno dei principali Paesi membri dell'UE”, commenta.
“Gli investitori dovrebbero notare che le società francesi dell'indice CAC40 hanno una parte significativa dei ricavi generati al di fuori della Francia e dell'Europa, essendo generalmente grandi società multinazionali”, argomenta. “Ciò evidenzia che il sell-off, sulla scia del rischio sovrano francese, potrebbe rappresentare un'opportunità di acquisto per i titoli azionari quotati sul mercato francese ma meno esposti alla Francia in modo specifico”, spiega.
Rischi in vista delle presidenziali del 2027
Kranson sul lungo termine non vede un'esplosione del bilancio francese perché il caos nelle finanze pubbliche non sarebbe positivo per il Rassemblement National in vista delle elezioni presidenziali del 2027. “Il principale freno sarà rappresentato dalle politiche verdi e fiscali dell'UE: una minore regolamentazione verde piace sia a destra che a sinistra”, aggiunge l’esperto. “In definitiva, le elezioni parlamentari francesi fanno ulteriore luce sui potenziali rischi politici da tenere in considerazione in vista delle elezioni presidenziali francesi del 2027, nel caso in cui il partito RN continuasse a raccogliere un forte sostegno elettorale e Macron non avesse un candidato carismatico che per allora gli subentrasse”, conclude Osmani.