Eliminare il rischio gestore: i fattori per comprendere il sistema di portafogli modulari di Capital Group

Il rischio gestore è la capacità di gestire un portafoglio distanziandolo rispetto all’indice di riferimento per generare un alfa superiore alla media di mercato. Esiste il rischio addizionale che un gestore con un track record riconosciuto lasci il fondo con cui si è fatto conoscere e che si sacrifichi parte del rendimento fino a quando chi subentra al suo posto non si adatti alla strategia. In Capital Group hanno sviluppato un metodo specifico per ridurre al minimo questo rischio, facilitando la successione dei gestori senza smettere per questo di produrre un alfa superiore. È il Sistema Capital di portafogli modulari, presente in fondi emblematici come il Capital Group European Growth and Income o il Capital Group New Perspective Fund, uno dei fondi più longevi (la sua versione statunitense ha un track record di 43 anni). 

Il Sistema Capital è stato progettato nel 1950 per risolvere il problema della pianificazione della successione nella gestione di un fondo. "Presto ci siamo resi conto che dover cambiare i gestori può rappresentare una sfida in termini di continuità dei risultati”, afferma Robert Lovelace, gestore di Capital Group e nipote del fondatore della società. Spiega che il sistema è nato, ormai 70 anni fa, dopo che un gestore ha deciso di ritirarsi per problemi di salute. “C’erano due possibili candidati al suo posto, entrambi con track records simili e abbiamo deciso che il gestore principale sarebbe stato quello che avrebbe ottenuto migliori risultati nell’arco di due anni. Durante quel periodo, uno dei due gestori si rivelò inizialmente il migliore ma fu poi superato dall’altro. Tuttavia, i rendimenti di entrambi si erano mantenuti molto simili durante tutto il periodo”, ricorda il rappresentante di Capital Group. Questo dato, non di poco conto, “dimostra che entrambi sarebbero stati efficienti nel loro nuovo ruolo ma che lavorando insieme sarebbe stato possibile generare per i nostri investitori buoni risultati con una volatilità inferiore”. 

"La volatilità dei risultati è importante. Troppa volatilità può turbare gli investitori, portandoli a vendere in periodi difficili ", continua Lovelace. Questo indica che la chiave del modello era riconoscere la necessità di monitorare la volatilità, e la risposta è stata la creazione di un sistema modulare che permette di unire i talenti di molti gestori in un unico portafoglio. Il monitoraggio di ogni professionista ha un ruolo fondamentale perché "capendo il loro comportamento e quello dei singoli portafogli in condizioni di mercato diverse, siamo in grado di costruire team equilibrati con approcci distinti", sostiene l'esperto. Ad esempio, fino a sette gestori – lo stesso Lovelace, Jonathan Knowles, Enright Brady, Joanna Jonsson, Steven Watson, Isabelle de Wismes e Noriko Chen  - apportano le loro convinzioni nel portafoglio del New Perspective in modo autonomo. Non è tutto: il prodotto ha avuto 19 gestori diversi dal lancio della strategia nel 1973. "è una quantità di cambiamenti considerevole ma il funzionamento del Sistema Capital dovrebbe assicurare che l'approccio generale rimanga consistente, senza interruzioni", afferma Lovelace.

L'indipendenza nel processo decisionale è l’altra chiave del sistema brevettato da Capital: "consente ai gestori di seguire le proprie convinzioni e allo stesso tempo si limitano i rischi legati alle decisioni individuali. Consente al team di muoversi continuamente da un gestore attivo all’altro e, se è necessario apportare delle modifiche, queste non alterano la filosofia della strategia", aggiunge. Così, se si verifica la necessità di sostituire uno dei gestori che si occupa del portafoglio o si vuole aumentare/diminuire il numero di moduli contenuti, il sistema modulare permette anche di gestire in modo efficace le sottoscrizioni e i rimborsi che si producono durante il periodo di adattamento. 

Un sistema difficile da riprodurre

Lovelace fa l’avvocato del diavolo e si chiede perché, se il sistema è così efficace, non è stato adottato da altri concorrenti. “Uno dei problemi è che il sistema viene frainteso, dato che l'analisi di attribuzione si programma a partire da un sistema top down che misura lo stile di ciascun top manager. I dati sono più appropriati per strutture con un solo gestore e non può essere usato per valutare efficacemente portafogli multimanager", spiega. Per illustrare meglio come dovrebbe essere analizzato il portafoglio, l'esperto chiede agli investitori di immaginare questo sistema come la somma di tanti portafogli ad alta convinzione. I gestori possono applicare le proprie idee nel segmento del portafoglio che gli corrisponde e si contempla la possibilità che la loro visione di mercato non coincida necessariamente con quella delle restanti persone che si occupano del portafoglio. 

Un altro motivo per ritenere che il Sistema Capital non sia facilmente replicabile, secondo Lovelace, è la filosofia del lavoro di squadra: "I gestori lavorano in un sistema che promuove la cooperazione e il rispetto. Allo stesso tempo, enfatizziamo la responsabilità individuale con una serie di limitazioni prestabilite, in modo che nessuno dica a un altro ciò che può o non può fare”. Tra queste restrizioni rientrano l’applicazione di controlli per evitare una concentrazione inappropriata dei rischi quando i gestori selezionano, ad esempio, lo stesso titolo. In poche parole, per il gestore “il potere risiede nel fatto che l’intero portafoglio è costituito da una serie di posizioni ad alta convinzione, con stili di investimento diversi che contribuiscono a ridurne la volatilità”.