ETF europei, il 2017 si conferma un anno record

David Cantu, Flickr, Creative Commons
David Cantu, Flickr, Creative Commons

Il 2017 si sta dimostrando un anno record per il mercato degli ETF europei, con 71,2 miliardi di euro di raccolta netta da inizio anno e con masse totali in gestione in aumento del 17% rispetto a fine 2016. A settembre i flussi verso i replicanti europei sono più che raddoppiati rispetto al mese di agosto, raggiungendo i 6,8 mld di euro, a fronte dei 3,2 mld del mese precedente. Entrando più nel dettaglio, gli ETF azionari hanno registrato un netta ripresa, con afflussi pari a 6 mld di euro a fronte degli 1,2 mld di agosto, e hanno già superato il record registrato nel 2015 di 45,4 mld di euro. I replicanti obbligazionari hanno raggiunto i minimi da inizio anno, con afflussi pari a 0,7 mld di euro a fronte dei 2,1 mld del mese precedente, e sono già superiori rispetto ai livelli del 2016 e a quelli relativi allo stesso periodo del 2015. Per le materie prime è stato un anno particolarmente positivo, con flussi leggermente superiori al mese di agosto (0,126 mld), pari a 0,2 mld di euro. Anche per gli ETF smart beta è stato un mese decisamente positivo, in particolare per il fattore momentum che ha attratto flussi pari a 0,3 mld di euro. Sono i principali dati che emergono dall’analisi di Lyxor sui flussi europei degli ETF.

A differenza del mese di agosto, dove le tensioni geopoliche e il peggioramento delle prospettive inflazionistiche hanno portato gli investitori ad assumere un atteggiamento più cauto, a settembre abbiamo osservato una forte ripresa dei flussi verso i replicanti azionari. Questa dinamica è stata favorita da un clima di propensione al rischio e da un maggior focus degli investitori sulla crescita economica globale e sul miglioramento del contesto macroeconomico. Anche per i mercati emergenti è stato un mese positivo, anche se le prospettive di normalizzazione delle politiche monetarie locali sembrano ancora lontane.

Per quanto riguarda la componente obbligazionaria, abbiamo osservato una maggiore cautela verso il segmento investment grade, con deflussi significativi dal segmento dei titoli di Stato dei mercati sviluppati e un maggiore interesse verso i segmenti più rischiosi dell’obbligazionario come il debito emergente e le obbligazioni high yield, che hanno attratto flussi consistenti. Inoltre, un contesto di rialzo dei tassi ha portato ad una netta inversione di tendenza nel credito investment grade. Infatti, per la prima volta da inizio anno, il segmento ha registrato un deflusso mensile (-245 milioni).