ETF: la grande riorganizzazione dell'S&P 500 che influenzerà l’industria dei passivi

Chenyu Guan, Unsplash

Il prossimo 17 marzo, alla chiusura dei mercati, l'S&P 500 subirà un'importante riorganizzazione. L'impatto sulla composizione del principale indice azionario statunitense sarà notevole. E non si tratterà di un cambiamento qualsiasi. L'indice fa parte del Global Industry Classification Standard (GICS), che classifica 44.000 società globali in una gerarchia di settori, industrie e sottoindustrie. È gestito congiuntamente dai due maggiori fornitori di indici, MSCI e S&P. Si tratta solo del terzo cambiamento importante dal suo lancio nel 1999. Viene dopo la creazione del settore immobiliare nel 2016 e del settore delle comunicazioni nel 2018.

Come spiega Ben Laidler, global markets strategist della piattaforma di investimento multi-asset eToro, alcuni dei più grandi titoli tecnologici e di consumo cambieranno settore. Questa riorganizzazione, che interesserà la maggior parte degli ETF di tutto il mondo, mira ad allineare meglio le attività effettive delle aziende con i settori in cui rientrano.

"Ad esempio, saranno spostati 38 titoli dello S&P 500. Il più grande settore statunitense, quello tecnologico, sarà notevolmente ridotto e ulteriormente concentrato. Il settore finanziario, il terzo per importanza, crescerà del 20%. Tutto ciò evidenzia la difficoltà di classificare molti titoli, che ha contribuito alla crescita degli investimenti tematici", afferma.

Dati al 6/3/2023

Analisi azienda per azienda

A livello societario, i cambiamenti più importanti sono rappresentati dal fatto che i giganti dell'elaborazione dei pagamenti Visa e Mastercard lasciano il settore tecnologico, insieme a PayPal, per entrare nel settore finanziario. Saranno il secondo e il terzo titolo più importante, dopo Berkshire e J.P. Morgan. La loro uscita renderà più concentrato il settore IT, dove Apple e Microsoft rappresentano già il 40 per cento.

L'elaboratore di dati Automatic Data diventa il nono titolo del settore industriale, davanti a General Electric. Target lascia il settore dei beni di consumo discrezionali per diventare il nono titolo del settore delle materie prime, insieme a Dollar General e Dollar Tree. Non ci sono aggiunte nel settore immobiliare, ma c'è una nuova granularità settoriale.