Nella consueta analisi mensile, il responsabile macro research Andrea Conti indica come il quadro macro favorisca un sovrappeso per l’obbligazionario, che si estende anche ad high yield ed emergenti.
Calo dell’inflazione e rinnovato atteggiamento delle banche centrali. Sono questi i due temi di interesse da tenere d’occhio a dicembre secondo Andrea Conti, responsabile macro research & product specialist di Eurizon Capital nella consueta view mensile “The globe”. Lo scenario macro, d’altronde, dà conto di un indice dei prezzi al consumo in evidente rallentamento a ottobre, con un tasso del 2,9% annuo in Eurozona e in calo anche negli Stati Uniti al 3,2 per cento. A questa evoluzione, come detto, si collega “l’atteggiamento delle banche centrali che, nel corso delle ultime riunioni, di fatto hanno confermato di essere in pausa”. Lo scenario di riferimento per i mercati combina, dunque, la fine della fase inflazionistica al proseguimento del ciclo economico, si legge nell’analisi resa disponibile dalla società e questo andamento, continua l’esperto, si riflette già sui mercati con il progressivo calo dei tassi governativi negli Usa, ma anche in Germania e in Italia (dove “hanno incassato il responso positivo delle agenzie di rating”).
Da questa evoluzione il beneficio passa anche alle Borse, “che si sono riportate vicino ai massimi dell’anno, tanto la borsa americana quanto quella europea, un po’ meno le emergenti”. Da qui in avanti il tema non sarà tanto l’inflazione (che comunque continuerà a essere monitorata dagli analisti) quanto la tenuta della crescita economica. “Al momento la crescita economica sta tenendo bene – afferma Conti –, è vero che l'Europa ha rallentato ma gli Stati Uniti godono ancora di ottima salute. Questo indica che, per il momento, stiamo evitando quello scenario di rallentamento ‘duro’ che molti temevano. Anche se, chiaramente, resta uno degli scenari di rischio che dovremmo monitorare”.
Il posizionamento su dicembre
Alla luce delle considerazioni macro, il posizionamento di Eurizon vede ancora un sovrappeso per i mercati obbligazionari, in particolare “le parti breve e medie delle curve offrono dei rendimenti a scadenza interessanti che adesso si potranno incassare presumibilmente con minore volatilità”, afferma l’esperto che riporta come anche le parti lunghe siano interessanti “perché permettono di incassare rendimenti per un periodo più prolungato di tempo, e rappresentano una polizza di assicurazioni contro il rischio di un rallentamento eventuale dell'economia più sostenuto”. Per cui si conferma il giudizio positivo sui titoli governativi degli USA e della Germania e neutrale sui titoli periferici dell’Eurozona.
Questo non toglie interesse alle obbligazioni a spread, anzi. “È chiaro che la combinazione di un'inflazione più tranquilla e banche centrali che, anche se non hanno ancora deciso di allentare la politica monetaria hanno comunque le mani libere per contenere un eventuale rallentamento economico è positivo per le attività di rischio”. Da qui la conferma del giudizio positivo sulle obbligazioni investment grade, che viene esteso ora anche ad high yield e mercati emergenti.
Per i mercati azionari resta, invece, il sovrappeso “che avevamo già adottato il mese scorso”, con un ordine di preferenza geografico che vede in testa gli Usa, seguiti da Giappone, mercati emergenti, e Pacifico ex Giappone.