Il responsabile Macro Research, Andrea Conti, mette in luce quattro fattori di attenzione da cui dipenderanno le scelte di investimento dei prossimi mesi.
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Si delinea una nuova fase per il processo di assestamento dei mercati nello scenario post pandemico. Un dato che emerge netto nella view mensile a cura di Andrea Conti responsabile Macro Research di Eurizon riguarda il recupero del ciclo economico globale che vede gli Stati Uniti tornare ai livelli pre-Covid, mentre l’Eurozona (comunque in dirittura d’arrivo) sconta un lieve ritardo. Quello che è cambiato, sottolinea Conti, è la velocità di recupero. La fase di riaccelerazione appare infatti completata, di qui “la crescita economica resterà più sostenuta rispetto a quella che è stata la media del ciclo precede”. Una volta esauriti gli stimoli fiscali e monetari, ancora molto forti, le economie tenderanno a declinare “gradualmente”, verso quella che sarà “la velocità di crociera di questo ciclo economico”.
QUATTRO FATTORI DI ATTENZIONE
L’esperto ricorda l’abbassamento del profilo di rischio dei portafogli operato in estate alla luce del “cambio di intonazione nella velocità di crescita”, e mette in luce i quattro “fattori di attenzione” da cui dipenderanno le scelte di allocazione dei prossimi mesi tutt’ora presenti, ma (all’apparenza) sotto controllo. In primis la variante Delta della Covid-19, che non ha inciso in modo significativo sulle riaperture e sulla crescita economica, mostrando l’efficacia delle campagne vaccinali. Poi l’inflazione, generata dai colli di bottiglia nella produzione: quest’ultima rappresenta una tassa sui consumatori, ma vi sono indicazioni che negli USA il picco sia stato toccato e in Eurozona dovrebbe arrivare nei prossimi mesi. Un altro tema è quello legato alle azioni delle banche centrali, con la Federal Reserve che si conferma cauta nel programmare una riduzione degli stimoli. “Da novembre dovrebbe cominciare a ridurre gli acquisti di titoli (che però continuerebbero per larga parte del 2022) e nel 2023 inizierà un rialzo dei tassi”, sottolinea Conti. Sempre in autunno, poi, la Banca centrale europea dovrà programmare un piano simile da implementare dopo marzo 2022. Un ultimo motivo di attenzione è la Cina, soprattutto per gli interventi regolatori sulle attività private e sui settori a maggiore profittabilità (ad esempio le imprese tecnologiche) decisi a partire dall’estate. Finora il tema ha avuto conseguenze solo sulla Borsa cinese, senza contagio esterno. Ma la vicenda merita attenzione.
IL POSIZIONAMENTO SUI MERCATI OBBLIGAZIONARI
Sul fronte obbligazionario, Eurizon rileva come la prospettiva di banche centrali “meno generose” (con una FED che si prepara a una riduzione degli stimoli monetari) si stia traducendo in un rialzo dei tassi. La tendenza era “attesa” e per questo motivo Eurizon conferma i giudizi di sottopeso sui titoli governativi di USA, Germania e Paesi quasi core dell’area Euro, mentre mantiene un giudizio neutrale sui titoli governativi non core Euro. Per quanto riguarda i mercati cosiddetti” a spread”, la società conferma un giudizio neutrale “soprattutto adesso ci aspettiamo che il pavimento salga” sottolinea Conti, indicano in ordine di preferenza gli High Yield, i Mercati Emergenti, e l’Investment Grade.
MERCATI AZIONARI E VALUTE
Nel corso dell’estate i mercati azionari hanno visto una crescita del premio a rischio, “proprio perché il mercato vede una crescita che perde un po' di slancio, gli utili han continuato a salire, il mercato è salito meno degli utili quindi il premio a rischio si è allargato”, sottolinea Conti. Quindi in termini di ottica di medio periodo, la view sulle azioni è positiva, e il giudizio si mantiene neutrale. Nel breve, continua l’esperto, dopo la riduzione effettuata a inizio estate, l’ottica è aumentare le posizioni in caso di episodi di volatilità, come a inizio settembre. In termini geografici Eurizon aumenta il giudizio su Europa e Giappone, riducendo USA e Pacifico.
Infine “manteniamo un posizionamento sul dollaro che si sta rafforzando in vista delle azioni meno generose da parte della FED – continua Conti, che sottolinea come la valuta Usa possa aiutare “nel caso in cui ci dovesse essere un risveglio un po' più importante della volatilità, perché in quei casi diventa un po' difensivo”.