Data la volatilità che ha caratterizzato (e continua a caratterizzare) i mercati finanziari, nel 2022 si è reso necessario un approccio più tattico, “inoltre quest’anno abbiamo avuto uno shock della parte a breve della curva dei rendimenti: i premi al rischio sono saliti e conseguentemente le attività di rischio sono scese”. Di fatto, afferma il professionista, “negli ultimi mesi la classica diversificazione non ha funzionato: da un lato le classi di attivo hanno raggiunto un livello di correlazione vicino a uno, dall’altro la volatilità dei bond è salita in maniera importante. Questo si è tradotto in rendimenti allineati delle diverse asset class per portafogli che, invece, fanno della diversificazione il proprio motore”.
Qui emerge la solidità del processo e, al tempo stesso, si intravvedono le opportunità delineate sui mercati nei mesi a venire, come ad esempio le aperture sull’obbligazionario. “Finalmente abbiamo yield to maturity positivi sui bond governativi”, afferma Mori che sottolinea come, in questo momento, l’asset allocation presenti una “maggiore ricchezza di opportunità rispetto al periodo tra il 2021 e il 2022”.
Tornando al nodo della selezione di prodotti multi asset e flessibili, certo le opportunità sui mercati sono sempre presenti. Tuttavia, “occorre guardare se la complessità della strategia è consistente e anche valutare la coerenza tra la filosofia di investimento e la strategia che si sta valutando”. E questo dettaglio torna anche nell’analisi di eventuali prodotti di investimento alternativo da inserire nei portafogli. “La nostra attenzione va, in alcuni casi, verso strategie liquid alternative Ucits”, afferma Mori che sottolinea tuttavia come questi prodotti siano approcciati “con un certo grado di pulizia mentale”. Questo perché “in alcuni prodotti, data la complessità si capisce il rischio che si sta prendendo ma non se si è adeguatamente remunerati. In alcuni casi – conclude –, manca la trasparenza sui driver della performance”.
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