Peggiora il sentiment e la propensione all’investimento. Pensioni, nota dolente. Il ritratto delle famiglie italiane nell’osservatorio di Anima e GfK.
L’edizione autunnale dell’osservatorio semestrale promosso da Anima Sgr in collaborazione con la società di ricerche di mercato GfK ha rivelato il profilo delle famiglie italiane: sentiment in calo, poca propensione al rischio e all’investimento e scarsa consapevolezza al tema pensione sono i tratti salienti emersi. L’indagine, che indaga sui comportamenti finanziari delle famiglie italiane, è stata condotta su un campione di 1.150 adulti “bancarizzati”( titolari di un conto corrente bancario o postale), rappresentativo di circa 41 milioni di individui, tra cui oltre 10 milioni di investitori (possessori di almeno un prodotto d’investimento). Ecco in dettaglio i dati raccolti.
Se ci soffermiamo sul 2016 e confrontiamo i dati di marzo con quelli di ottobre, emerge un lieve peggioramento delle prospettive sul futuro del Paese (si è passati dal 13% al 11%). Un dato che aumenta fino all’8% se si guarda alla variazione tendenziale, vale a dire rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Rimane stabile il dato riguardo a coloro che credono che la situazione possa peggiorare di molto (22%).
Resta, tuttavia, l’inclinazione alla progettualità (che registra rispetto a marzo un calo del 3% sia tra investitori sia tra bancarizzati), con un incremento della tendenza al risparmio piuttosto che alla spesa.
Anche la propensione all’investimento arretra, passando dal 33% al 31% tra i bancarizzati a ottobre e cresce del 4% la fetta di chi sostiene di non avere soldi per investire. Per quanto riguarda la tipologia d’investimento, il fascino del “mattone” resta stabile ma si prediligono i prodotti finanziari agli immobili e alla liquidità (seppur con un calo dal 22% al 19%) con un approccio difensivo agli investimenti. Il 75% degli investitori ha dichiarato, infatti, di preferire mantenere il rischio invariato e accontentarsi di rendimenti più bassi rispetto ad aumentare il rischio per ottenere gli stessi rendimenti del passato (come ha risposto il 9% degli intervistati).
Diminuisce anche la soddisfazione per i propri investimenti: passa dal 53% al 48% la quota di chi si dichiara “molto” o “abbastanza” soddisfatto, contro il 17% di chi è “poco” o “per niente” soddisfatto. Ma il dato forse più sconcertante riguarda la scarsa consapevolezza e sensibilità degli italiani rispetto al tema della pensione. Solo il 23% dei lavoratori, infatti, ha un’idea di quando andrà in pensione mentre solo il 17% sa a quanto ammonterà. Il 58%, inoltre, pensa che non stia risparmiando a sufficienza per assicurarsi un tenore di vita invariato dopo il pensionamento, ma il 39% preferisce non pensarci ancora. Per quanto riguarda le strategie adottate in vista del futuro, il 19% dei lavoratori conta di usufruire dei risparmi accumulati mentre il 24% continuerà a lavorare e solo il 7% contempla piani di strumenti di previdenza complementare.