Le famiglie europee possono contare su un patrimonio enorme: 45 mila miliardi di euro in attività finanziarie, cui se ne sommano altrettanti in immobili. Ma la gestione di questa ricchezza risente di una frammentazione altrettanto importante. Se si guarda alle tendenze della consulenza finanziaria nei 27 Stati membri dell'UE, nel Regno Unito, in Svizzera e in Andorra, emergono delle divergenze fondamentali su temi chiave quali la previdenza complementare, l'implementazione digitale e la sostenibilità. Differenze legate sia a temi culturali e di educazione finanziaria, sia di industria del risparmio gestito; e che spiegano, in larga parte, le ragioni dell'insuccesso di progetti paneuropei come la Capital Market Union e i PEPP. È quanto mette in evidenza il White Book della consulenza finanziaria, realizzato da Fecif, la Federazione europea dei consulenti e intermediari finanziari, e presentato in concerto con Anasf, l’Associazione nazionale dei consulenti finanziari.
Fecif e Anasf: consulenza finanziaria in Europa frammentata su normative, sostenibilità, digitalizzazione

Franceschelli, foto ceduta (FECIF)
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