Financial repression, che cos’è e perché secondo Schroders rappresenta il futuro con cui dovranno fare i conti gli investitori

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Keith Wade, chief economist, Schroders

L’arrivo di un vaccino per Covid-19 è certamente il game changer atteso dagli economisti per dare forma alle attese per il 2021. L’ultimo tassello per iniziare a valutare le conseguenze di medio periodo della pandemia da Covid-19 che ha colpito il mondo e la sua economia.

Keith Wade, chief economist di Schroders, in occasione dell’annuale International Media Conference organizzata per presentare alla stampa internazionale l’outlook della casa di gestione parte proprio da questo punto, rivelando come nell’ultimo mese le previsioni per il 2021 siano state aggiornate a partire proprio dalle conferme circa gli sviluppi positivi nelle sperimentazioni portate avanti da Pfizer-BioNTech e Moderna.

Gli impatti ad oggi

Primo passo è però la valutazione di quanto accaduto fino ad oggi come punto di partenza per comprendere che cosa sarà migliorato sensibilmente e che cosa è destinato a rimanere dei profondi cambiamenti avvenuti con la pandemia da Coronavirus.

L’outlook è definito dal chief economist di Schroders “abbastanza positivo”, ma “permangono dei punti di domanda”, sottolinea. “A seguito della prima ondata la ripresa è stata significativa con gli Stati uniti che complessivamente hanno fatto meglio dell’Europa e hanno resistito in maniera maggiore ad un innalzamento dei casi negli ultimi mesi. L’Asia è giunta complessivamente ad un controllo sostanziale del virus, ma i dati sul comportamento dei consumatori in Cina ci mostrano che il ritorno ai livelli di spesa pre-Covid non è legato solo al contenimento della diffusione del contagio”, afferma.

2021 e oltre, come cambia il mondo

Le previsioni macroeconomiche di Schroders si basano su una diffusione del vaccino massiccia negli Stati Uniti entro la fine del primo semestre 2021, con l’Europa che segue in leggero ritardo.

“Quello di cui siamo convinti”, afferma Wade relativamente ad un contesto economico che progressivamente vede l’uscita da un contesto emergenziale, “è che il Covid-19 può essere definito un grande acceleratore di tendenze che, consolidandosi, andranno a costituire i fattori determinati l’economia globale e il quadro di investimento”.

Il primo elemento citato da Wade è quello considerato complessivamente da Schroders più rilevante per le scelte degli investitori: tassi di interesse ai minimi per un periodo previsto di almeno tre anni. L’argomentazione è portata avanti con valutazioni specifiche sulla Federal Reserve, ma riguarda in realtà tutte le principali economie a livello globale.

“Il livello di inflazione degli Stati Uniti, stabile sotto il 2%, oggi 1,6%, non permette un intervento sui tassi che dovrà attendere un assestamento al di sopra della soglia target prima di iniziare”.

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Un punto che si lega alla seconda fra le “verità” individuate da Schroders che riguarda il livello di indebitamento degli Stati, cresciuto esponenzialmente con Covid-19 e destinato ad innalzarsi ulteriormente per effetto delle misure di stimolo da mettere in campo per guidare la ripresa dell’economia. “Nel breve periodo”, spiega il chief economist dell’asset manager, “assisteremo a programmi di Quantitative Easing da parte delle Banche centrali per sostenere i bilanci statali e contemporaneamente all’impossibilità di intervenire sui tassi per non aggravare la posizione debitoria complessiva dei governi”. La mancanza di un effetto di innalzamento degli spread sui governativi è motivato con la consapevolezza dei mercati circa il grande stock di risparmio privato che si va accumulando a partire dall’inizio della fase acuta della pandemia.

La combinazione di tutti questi fattori porta a quella che Wade definisce financial repression, cifra distintiva del contesto di investimento di medio periodo in cui i safe assets risultano sostanzialmente non investibili, spingendo verso varie forme di assunzione di maggiore rischio all’interno dei portafogli.

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Società e ambiente

Il cambiamento non si ferma all’aspetto finanziario ma coinvolge il mercato del lavoro a cui fanno riferimento in modo indiretto ma congiunto le verità numero tre e quattro esposte da Wade. Accelerazione della rivoluzione tecnologica e aumento delle politiche di tipo populista sono due facce di un futuro in cui produttività e occupazione non avranno più una relazione diretta e la traiettoria della ripresa, per effetto di progressi nella robotica, nell’automazione e nell’intelligenza artificiale, potrà vedere le aziende progredire senza che questo si leghi necessariamente ad un incremento nei livelli di forza lavoro impiegata.

La quinta verità riguarda la sostenibilità ed in particolare il cambiamento climatico. A sottolineare questo aspetto anche Peter Harrison, group chief executive di Schroders, nel suo intervento di apertura della International Media Conference 2020, secondo cui ciò che maggiormente caratterizzerà il futuro verso cui ci stiamo muovendo corrisponde a due “zeri”. Il primo relativo ai tassi di interesse ed il secondo alle emissioni di anidride carbonica. “La lotta al cambiamento climatico è una sfida fondamentale”, afferma. “Come Gruppo, nel corso della pandemia abbiamo fatto grandi sforzi per integrare sempre di più le valutazioni di sostenibilità in tutte le nostre operazioni con l’obiettivo arrivare a misurare in modo preciso l’impatto delle attività in cui investiamo. Sono incredibilmente ottimista sul contributo che la finanza può dare nell’affrontare questa sfida centrale del nostro tempo”, ha concluso.