Man mano che l'Europa si addentra nella seconda fase della ripresa, i suoi titoli non sembrano essere più molto convenienti e ciò genera dubbi fra gli investitori. Le risposte a cinque quesiti per aiutare a capire la situazione attuale.
Mentre l'Europa entra nella seconda fase della ripresa, i titoli azionari della regione non sembrano essere più tanto a buon mercato, anche se ci sono ancora molti esperti ritengono che la loro attrattiva rispetto ad altre aree geografiche e rispetto ad altre asset class sia ancora forte. Alcuni esperti ritengono che oggi i principali indicatori di crescita economica si stanno muovendo in territorio positivo e gli utili societari dovrebbe diventare d'ora in poi i motori dei prezzi delle azioni. La prospettiva non è senza rischi, ma con correlazioni ridotte tra i titoli, il mercato sta diventando sempre più favorevole alla selezione di valori e presenta un maggiore potenziale di generazione di alfa.
Risponde alle domande poste da Funds People Daniele Vadori, responsabile investimenti azionari di Finint.
1. È oggi l'Europa ancora un'area di investimento economica?
Indubbiamente lo è. Ne è la riprova il flusso di liquidità estera sui nostri mercati dall’autunno dell’anno scorso. Ci sono specifici settori, quali ad esempio quello chimico e farmaceutico, che mantengono un livello di leadership difficilmente eguagliabile. Le aree periferiche, Italia in primis, stanno recuperando in termini di competitività e di credibilità. E c’è l’autorevole centralità della BCE a garanzia dell’equilibrio del sistema.
2. Chi trae vantaggio dall'attuale situazione economica europea?
I fondi UCITS alternativi, a quota 130 miliardi di euro, appaiono essere i migliori interpreti della situazione attuale, grazie alla dinamicità delle loro strategie: Long Short Equity, Fixed Income arbitrage e Absolute Return garantiscono generazione di alpha con investimenti di medio/lungo periodo a bassa volatilità.
3. In che punto si trovano i benefici?
Vi è un ritorno all’analisi fondamentale: multipli, dividendi, tassi di crescita delle attività, confronto tra il prezzo di mercato e il valore effettivo dell’azienda. E’ ricominciata un’interessante stagione di nuove quotazioni in borsa (IPO) e anche sul fronte fusioni e acquisizioni ci saranno operazioni da seguire in futuro. Il focus è sulle aziende che garantiscono un rapporto rischio/rendimento adeguato di medio periodo con investimenti graduali.
4. Dove si trova la crescita?
La Germania continua a mantenere la sua centralità. Di rilievo il recupero di competitività dell’Irlanda e i miglioramenti di Portogallo, Spagna e Italia. La Francia rimane al palo: il suo livello deficit/pil è ancora intorno al 4% con un debito pubblico comunque in aumento e tassi di crescita di poco superiori allo zero.
5. Quali sono i rischi?
I rischi sono legati alla sostenibilità e all’armonizzazione della crescita nell’area. E’ necessario che ogni paese avvii o prosegua le riforme atte a migliorare i livelli del deficit e del debito. E’ fondamentale che l’Europa sieda alla cabina di regia di tali processi e che la BCE prosegua nella sua funzione di attore chiave del sistema finanziario.