Dopo la fase complessa per i bond dello scorso ottobre, nei primi mesi dell’anno si è registrata una dinamica di mercato di segno opposto, con un mercato altamente fiducioso sui tagli dei tassi delle banche centrali. “Tuttavia negli ultimi mesi abbiamo osservato che l’economia Usa sta accelerando mentre l’inflazione non sta aumentando nuovamente, ma neanche rallentando”, spiega ai microfoni di FundsPeople il portfolio manager di Algebris Investments, Gabriele Foà, a margine del Salone del Risparmio 2024. “Di conseguenza, molti dati a supporto della tesi di tagli imminenti nel 2024 non sono più presenti, mentre il mercato è prezzato per uno scenario di banche centrali colombe”, dice.
In questo contesto secondo il gestore è indispensabile adottare un approccio cauto al reddito fisso, focalizzandosi sulla parte del portafoglio meno sensibile ai tassi e più sensibile agli spread. “Quando guardiamo all’obbligazionario globale una caratteristica chiave è la dispersione. Circa il 50% dei bond globali a oggi rende meno del 4%, che è il tasso sui depositi pagato dalla Bce”, analizza Foà. “Quindi sostanzialmente la metà dei bond non conviene. Eppure esiste ancora una parte del mercato con rendimenti interessanti e noi ci posizioniamo su quella. Ma per farlo è necessaria una gestione attiva che tenga conto nella giusta maniera dei fondamentali e dei rischi”, conclude.