Fondi comuni o BOT? A fare meglio sono i fondi pensione

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Lucian Alexe, Unsplash

Tra i fondi comuni e i BOT, i fondi pensione godono. O meglio, a godere sarebbero gli investitori che nel decennio post-crisi (2008-2018) hanno deciso di scommettere su questi prodotti che rispetto ai primi due hanno assicurato rendimenti superiori. In un precedente articolo, infatti, abbiamo già commentato il fatto che nel decennio dal 2008 al 2018 i fondi comuni aperti e le Sicav di diritto italiano hanno hanno messo al tappeto i BOT con i loro rendimenti. A rivelarlo è stata ‘L’indagine annuale su fondi e sicav di diritto italiano’ condotta dall’Area Studi di Mediobanca, all’interno della quale è anche presente un focus sui fondi pensione aperti e negoziali. La domanda di partenza è sempre la stessa: quanto avrebbe reso oggi un investimento di 100 euro effettuato a fine 2008 in questi prodotti?

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Per quanto riguarda i fondi pensione aperti nel decennio, a guidare la classifica dei top 10 per rendimenti netti, figurano l’Insieme Linea azionaria (Allianz) con un rendimento del 9% e 100 euro diventati a fine settembre 2019; l’Arti&Mestieri Comparto Crescita 25+A di Anima, con un rendimento dell’8,2% e 232 euro restituiti alla fine dello stesso periodo; l’Allianz Previdenza Linea Azionaria, con un rendimento dell’8,1% e 100 euro che diventano 230.

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A dominare il podio dei fondi pensione negoziali nel decennio, invece, troviamo il FondoSanità Comparto Espansione (da 100 a 223 euro a fine settembre 2019), seguito dal Fondo Gommaplastica Comparto Dinamico (da 100 a 212 euro) e il Fon.Te Comparto Dinamico (da 100 a 212 euro). Nel periodo in questione, i comparti hanno garantito rendimenti del 7,8%, 7,3% e 7,2%, rispettivamente. 

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