Borsa Italiana promuove il dialogo tra Asset Owners e Mercato dei Capitali per anticipare i trend d’investimento di lungo periodo.
Il dipartimento Asset Owners and ESG Investing di Borsa italiana, guidato da Alessandra Franzosi, si occupa di facilitare le relazioni tra Asset Owners e Mercato dei Capitali. Ma di cosa si occupano gli Asset Owners e che differenza c’è con gli Asset Managers?
I primi sono coloro che detengono e i grandi capitali istituzionali che arrivano al mercato, mentre i secondi offrono le soluzioni d’investimento. “La nostra attività permette di monitorare, mappare e anticipare i trend di lungo periodo in tema di allocazione dei capali sul mercato finanziario. Il nostro obiettivo è supportare i partecipanti ai nostri mercati affinché siano ben equipaggiati e competitivi nel rispondere ai cambiamenti in atto”, spiega Alessandra Franzosi, head of Asset Owners & ESG Investing di Borsa Italiana. “Per esempio, già cinque anni fa, ci eravamo accorti della crescente importanza del tema della sostenibilità. I grandi fondi pensione inglesi e francesi avevano anticipato questo trend.
Siamo stati l’unica Borsa a livello mondiale che ha organizzato un roadshow annuale sui temi ESG: “L’Italian Sustainability Day”. L’iniziativa ha permesso a numerosi investitori istituzionali anche domestici di dialogare direttamente con gli emittenti su temi legati all’engagement e alla corporate governance. Lo scorso anno, in occasione della terza edizione dell’Italian Sustainability Day sono stati organizzati più di 150 meeting one to one a cui hanno partecipato più di 40 case di gestione e quindici investitori previdenziali italiani. I temi di sostenibilità sono molto sentiti dall’Asset Owner. “Lo stesso Board di PRI ha una prevalenza di queste figure”, spiega. “È di primaria importanza per loro dialogare con le aziende e svolgere attività di active engagement”.
Parola d’ordine: collaborazione
“Una condizione per favorire lo sviluppo di un mercato dei capitali italiano solido è la presenza di investitori istituzionali domestici quali casse, fondi pensione e fondazioni. Non essendo, in concorrenza fra loro, la cooperazione può permettere di superare eventuali difficoltà legate alla minore dimensione o sofisticazione di questi investitori, con impatti positivi anche sugli investimenti a favore dello sviluppo dell’economia reale del Paese”, spiega Franzosi. “Il nostro lavoro consiste nel creare l’infrastruttura di mercato”.
In Italia, per ragioni storiche anche legate all’investimento in Titoli di Stato e nel settore immobiliare, è sempre stato poco sviluppata una community di investitori istituzionali rispetto agli altri Paesi. “Stiamo promuovendo gruppi di lavoro che possano individuare le difficoltà riscontrate sul mercato e sviluppare soluzioni innovative e sinergiche. Negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti, basti citare gli investimenti in economia reale italiana effettuati in modo aggregato da più fondi pensione quali il Progetto Iride o l’iniziativa Assofondipensione-Cassa Depositi e Prestiti e più di recente la nascita di forme associative per la gestione dei diritti degli azionisti, come Assodire tra le maggiori Casse di previdenza oppure il Centro di Tutela dei diritti degli Azionisti Istituzionali promosso da Assoprevidenza”.
L'esperta conclude: "Si tratta di segnali concreti di un cambiamento che è fisiologico e necessario per poter competere in un mercato previdenziale europeo".